Tra i geometri del Lodigiano 17 “angeli” dei terremotati

Il gruppo coordinato da Rosa vuole coinvolgere nel lavoro gli studenti del Bassi

Gli angeli dei terremotati, nel Lodigiano, hanno in tasca un diploma di geometra e nel cuore la voglia di aiutare gli sfollati a riprendersi la loro casa. Dopo la fase di emergenza, che ha visto i vigili del fuoco del Lodigiano intervenire in modo importante, ora è sceso in campo anche il gruppo dei geometri della Protezione civile. «Nel Lodigiano siamo in 17 - spiega la coordinatrice Anna Rosa -, abbiamo già effettuato 31 missioni nel Centro Italia, Abruzzo, Lazio e Marche». Il lavoro dei geometri lodigiani della protezione civile è fondamentale. I professionisti, infatti, accertano lo stato di salute delle abitazioni, concedono l’agibilità o attestano che ci sono dei lavori di ristrutturazione da effettuare e quindi servono dei contributi, compilano la modulistica e poi la trasmettono ai Comuni e agli enti preposti. Insomma, un lavoro immane. Le richieste di sopralluogo, infatti, dalle prime scosse di terremoto in poi, nell’agosto 2016, sono state 200mila. Per farsi dare una mano i geometri di Lodi hanno pensato di rivolgersi ai giovani studenti del Bassi. Grazie alla disponibilità messa sul piatto dal preside Corrado Sancilio e dal docente Raffaele Spelta, i geometri, coordinati da Rosa, stanno parlando del loro progetto negli open day: il prossimo anno partirà la formazione e poi gli studenti del Bassi potranno andare nelle zone colpite dal sisma a dare una mano. «Le azioni che si effettuano sul campo come gruppo geometri di protezione civile - spiega Rosa - sono di 3 tipi. Un gruppo è specializzato nell’agibilità degli edifici e nella quantificazione dei danni, un altro è assegnato ai Comuni che hanno un surplus di lavoro da fare e il terzo si occupa del data entry: censire tutte le schede degli edifici e comunicare lo stato di ogni immobile agli enti preposti, a partire dai Comuni. Quest’ultimo, svolto nei centri di direzione, comando e controllo, è il lavoro più corposo. Per questo stiamo mettendo in piedi dei corsi per insegnare questa attività agli studenti di quinta del Bassi, che potranno effettuarla nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. Così i giovani imparano ad intervenire come volontari con la Protezione civile nelle situazioni di emergenza, non solo in caso di sisma, ma anche di emergenza idrogeologica. Noi nel Lodigiano, circondati da Adda e Po, ne sappiamo qualcosa. Se fossero già stati formati, a Rieti, in questo momento, ci sarebbe tanto bisogno di loro. Abbiamo presentato questa iniziativa all’open day del 16 dicembre. Abbiamo parlato del nostro metodo denominato “Augusto”, come l’imperatore di Roma. Si tratta di un metodo che insegna a muoversi in modo organizzato nelle situazioni di emergenza. Nei momenti di caos, non si può improvvisare e la buona volontà non basta. In Protezione civile, geometri, architetti e ingegneri sono sullo stesso livello. Il programma, presentato al primo open day, è piaciuto così tanto che il preside ci ha chiamati anche per il secondo open day, quello del 13 gennaio. I genitori si sono mostrati molto interessati». Dopo la presentazione di Sancilio, ad intervenire sono stati la stessa Rosa con un gruppo di colleghi formato da Eleonora Cremonesi, Ivo Cabrini e Giuseppe Agello. A coordinare tutto è stato Spelta, professore di topografia. I posti, nell’auditorium del Bassi, erano al completo.

Cristina Vercellone

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