Telecamere a Santa Chiara per evitare le violenze

Previsti 62 occhi elettronici ma i sindacati dicono no

Sessantadue telecamere a Santa Chiara, ma il sindacato ha detto no. Ieri pomeriggio, l’amministrazione della casa di riposo di via Gorini ha presentato il suo piano per l’installazione di un maxi sistema di videosorveglianza, ma le Rsu e tutte le sigle sindacali l’hanno bocciato. Tutto è partito da una norma presentata lo scorso febbraio dall’assessore regionale al welfare Giulio Gallera, in seguito agli episodi di violenza ai danni degli anziani nelle Rsa. Il presidente e il direttore di Santa Chiara, Luciano Bertoli e Maria Rosa Bruno, ma anche gli amministratori delle altre case di riposo lodigiane si erano già detti favorevoli. Ad essere presenti, ieri, all’incontro, erano gli 8 esponenti delle Rsu, il rappresentante della Cgil Giovanni Bricchi, della Cisl Paolo Corvo, della Confsal Stefano Lazzarini, del Diccap Luciano Bellocchio e della Uil Rosaria Messina. Il piano prevede l’installazione di 62 videocamere negli spazi comuni di tutta la struttura che è organizzata su tre piani per ogni ala (solo l’ala Nord è su un piano solo). Si tratta di due telecamere per corridoio, due in ogni refettorio, due presso gli ascensori e in veranda. Le Rsu hanno bocciato il provvedimento perché ritengono che le telecamere siano solo un mezzo per tenere sotto pressione i dipendenti e non, invece, uno strumento per tutelare gli anziani.

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