Ogni potere di questo mondo è destinato a finire

di Vincenzo Tosello

Di fronte ad una crisi generalizzata del potere (militare, politico, sindacale, economico…), ma anche dell’autorità genitoriale di padri e madri, viene da interrogarsi sul valore effettivo da assegnare a chi riveste un ruolo di responsabilità e di guida, di orientamento e di decisione, o magari anche di premio o di sanzione. Nella “crisi” di cui parliamo possiamo comprendere molti. Persino l’inossidabile cancelliera Merkel vede sgretolarsi la sua autorevolezza e il suo potere in una Germania che appare straniata e smarrita. Ma anche l’inglese Theresa May sembra non sapere più che pesci pigliare… E così il super-potente Trump che è continuamente alle prese con una contestazione strisciante e una delegittimazione nazionale e internazionale. Sono forse da lasciare tra parentesi i leader “onnipotenti” di Russia e Cina o altri “dittatori”, di nome o di fatto, che, almeno per ora, resistono; ma non mancano, anche in questi giorni, episodi che annunciano il tramonto persino di leader che sembravano eterni: nel pur modesto stato dello Zimbabwe il 93enne presidente Robert Mugabe, al potere da 37 anni senza interruzioni, è ora costretto alle dimissioni… La storia è piena di poteri grandi e piccoli che crollano; “uomini soli” al comando (un recente libro ne elenca una trentina dell’ultimo secolo) che prima o dopo devono lasciare…

Anche il nostro panorama politico presenta vicende del genere con leader che si succedono, o si riciclano o si “rottamano”, ed altri che pateticamente intendono restare attaccati alla poltrona (in questi giorni anche nell’ambiente sportivo, perché pure lì c’è attaccamento al potere…) ma sono destinati fatalmente a cederla. Ogni potere di questo mondo è destinato a finire e, anche se la sua “crisi” a volte può lasciarci interdetti, ci rendiamo conto che la prospettiva giusta non può essere quella del dominio ma quella del servizio. Il “potere di servire” è quello che molte volte manca nei grandi leader come anche nelle responsabilità familiari e quotidiane.

Proprio la festa di Cristo Re, che abbiamo celebrato domenica scorsa (con il giudizio annunciato su quanto e quanti avremo potuto e voluto servire) ci ha ricordato questa grande verità, troppo spesso ignorata o volutamente trascurata. Quest’altro “potere” - questa “regalità” di un altro mondo - che però vuole estendersi beneficamente anche a questo per farlo crescere nella giustizia e nella pace - non domina e non opprime, non impone e non mortifica, ma promuove indicando la strada e lasciando alla libertà di ogni persona e di ogni coscienza - formata o da formare su valori autenticamente umani - la scelta, che, per essere ugualmente “umana” dovrebbe, a sua volta, atteggiarsi al servizio e non al dominio. Mentre osserviamo (con distacco o con partecipazione) l’evoluzione o l’involuzione, l’ascesa e l’illusione, la crisi e il tramonto dei poteri che ci circondano (o che anche noi in qualche modo o in modesta misura possiamo incarnare), siamo invitati a cogliere il senso di un potere che non tramonta perché è servizio sempre e di tutti.

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