Se l’amore non fa più rima con il cuore

di Caterina Belloni

Una volta affidarsi a un’agenzia matrimoniale per trovare l’anima gemella era un’abitudine rara. Vi facevano ricorso le persone particolarmente timide o con un ristretto cerchio di conoscenze o coloro cui la Sorte aveva già giocato troppi brutti scherzi. Gli altri puntavano su eventi sociali, luoghi di lavoro o anche solo le vacanze per fare nuove conoscenze e innamorarsi. Nella società di oggi, invece, in cui tutti vanno di fretta e fermarsi a chiacchierare con una persona appena incontrata è quasi impossibile, visto il programma serrato delle nostre giornate, fare conoscenza e trovare un partner risulta più complicato. Tanto che sono in continuo aumento e sviluppo i siti Internet di appuntamenti, in cui si pubblicano profilo, immagini, aspettative e preferenze e si aspetta di trovare la persona che ci assomiglia o ci interessa. Spesso sono gli algoritmi della piattaforma a suggerire incontri tra persone che presentano profili, che sembrano fatti per stare insieme; altre volte uomini e donne, soli ma intraprendenti, scorrono la lista dei candidati on line e poi mandano qualche richiesta di contatto. In Inghilterra il fenomeno ormai è un’abitudine data per assodata e, di conseguenza, la scelta offerta a scapoli e donne nubili è variegata, persino più ampia del “catalogo” di don Giovanni. Ci sono siti di appuntamenti adatti a intellettuali come quelle del Guardian o di Classic Fm o piattaforme studiate per chi appartiene alla religione Islamica e cerca “moglie e buoi dei paesi tuoi”, ma anche siti di incontri dai nomi espliciti, come Pof.com, che rimanda al modo di dire inglese “plenty of fish” e ammicca al fatto che ci sono un sacco di pesci a disposizione nel mare quindi basta solo cercare per farne abboccare qualcuno.

Di recente ho ragionato su questa cosa perché un conoscente ha deciso di tentare la via degli appuntamenti on line. É un uomo di bell’aspetto e anche di una discreta cultura, che si sa comportare in pubblico e non manca di ironia. Mai avrei pensato che si affidasse a un sistema del genere per trovare una fidanzata. Quando gliel’ho confessato, ha sorriso, spiegandomi che si tratta del modo più rapido e comodo per trovare nuove amiche. Soprattutto per contattare persone che sono alla ricerca di un’anima gemella. Come dire che sin da subito gli obiettivi sono dichiarati da entrambe le parti e si tratta di trovare un punto di accordo o degli elementi da condividere. Un ragionamento impeccabile, certo, che mi ha comunque generato un disagio. Che è aumentato quando l’amico mi ha spiegato di aver elaborato una teoria specifica su come procedere. Nel profilo mette solo poche informazioni, veritiere ma accattivanti; durante gli incontri centellina le notizie su di sè e ascolta molto, perché sa che alle donne fa piacere; quando risponde ad email e messaggi misura le parole per non essere frainteso. Di base, quando incontra una “potenziale” fidanzata, applica regole psicologiche e trucchi imparati alle sessioni promosse dal suo ufficio per spiegare ai dipendenti come trattare con il pubblico. Un approccio da gelare il sangue nelle vene, visto che in questo caso non si tratta di vendere vacanze o aspirapolvere ma, se si ha fortuna, di trovare una persona con cui condividere un’esperienza di vita.

Da questa chiacchierata sono uscita con un certo senso di amarezza. Non credo che le mie figlie, per ora ancora lontane dall’idea di un fidanzamento, saranno costrette ad affrontare un’esperienza del genere per conoscere dei loro coetanei maschi. Nel caso le metterò in guardia. E sin d’ora ricomincerò a parlare con loro dell’incanto dell’innamoramento, delle farfalle nella pancia, della scoperta di una persona che avevi vicino e non avevi mai visto nella luce giusta. Anzi, sceglierò la via delle immagini. Basta con Stranger Things o le serie vampiresche che piacciono tanto ai teenagers: da domani si ritorna a Disney. Tutti, in fondo, abbiamo bisogno di sogni e buoni sentimenti!

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