Zelo, il sindaco accusa: «Fatto bersaglio di attacchi personali gravi»

Assolto per la vicenda dell’abuso edilizio Madonini si sfoga in consiglio comunale

Attacchi e ingiurie apparse su Facebook contro il sindaco Angelo Madonini. Le più tenere recitavano “Zelo si merita di meglio”, o “Zelo ne esce con le ossa rotte”, ma online si sono presto rotti anche i confini della querelle politica invitando addirittura, per usare un eufemismo, i cittadini a farsi giustizia da soli. La questione è quella del rinvio a giudizio del primo cittadino, che adesso - due anni dopo - può smentire le accuse mosse nei suoi confronti.

È stato assolto il 25 ottobre, con formula piena dall’imputazione di abuso d’ufficio «per non aver commesso il fatto». Ma ovviamente le frasi ingiuriose sui social network rimangono, nonostante ci sia una sentenza a destituirle da ogni fondamento. Inizialmente, il primo cittadino aveva anche deciso di tutelarsi, di inviare tutto alla polizia postale, poi però ha scelto di “provare” in aula il suo operato. «Perché il tempo poi sarà galantuomo», aveva detto. Settimana scorsa, nell’ultimo consiglio comunale, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe, dando lettura in aula del dispositivo della sentenza del tribunale di Lodi emessa dal giudice Isabella Ciriaco. Insomma: nessuna violazione da parte del sindaco. «La macchina del fango è sempre in agguato - dichiara il sindaco Angelo Madonini -. Mio malgrado io ne sono stato testimone, perché ho letto e sentito di tutto e di più. Ovviamente nessuno correggerà o rettificherà quello che ormai è apparso. Nessuno mi restituirà la mia dignità violata. Tuttavia, confermo che il mio impegno sarà ancor più incisivo oggi che mi sento maggiormente sereno. Per quanto mi riguarda questa vicenda è conclusa».


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