Mafie, già 96 immobili confiscati

L’allarme di Libera nell’incontro a Peschiera: Anche nel territorio la ’ndrangheta si è infiltrata

Barbara SanaldiPeschiera Borromeo

Un mito da sfatare, e l’invito a «tenere alta l’attenzione». Il mito da sfatare, secondo Leonardo La Rocca, presidente di Libera Sud-Est Milano, è che «il più grosso problema del Sudmilano sia il traffico». Una “battuta” che ha introdotto con forza il quadro di un Sudmilano tutt’altro che esente da infiltrazioni di stampo mafioso. Se ne è parlato, con dati, analisi e inviti a non cedere alla falsa, e pericolosa, credenza del «la mafia qua non esiste», nel corso dell’incontro “’ndrangheta in Lombardia” promosso nell’ambito della settimana della legalità organizzato dall’Osservatorio Mafie Sud Milano in collaborazione con i 17 comuni aderenti, presenti, appunto, Leonardo La Rocca, David Gentili, presidente della commissione antimafia del comune di Milano, Carmen Manfredda, presidente del comitato antimafia di Milano, e Stefania Rossi, presidente dell’Osservatorio. La serata, in sala consiliare a Peschiera Borromeo, ha tracciato un quadro preciso e attento di quella che è una realtà «forse non così evidente, ma presente, pericolosa e pronta a sfruttare ogni distrazione». La mafia – comprese quelle straniere - al nord «non spara – hanno spiegato David Gentili e Carmen Manfredda – ma hanno infiniti campi di interesse. Da organizzazioni criminali si sono evoluti in organizzazioni imprenditoriali, e sta alla società civile non abbassare la guardia e cogliere i segnali che possono rivelare infiltrazioni pericolose». Come nel caso delle recenti inchieste che hanno portato alla luce pesantissime infiltrazioni nella politica – il caso Seregno, che ha “sfiorato” anche Peschiera – e nel mondo imprenditoriale, ma «la realtà è che la presenza di organizzazioni criminali in Lombardia è ben più radicata di quello che vogliamo credere». Tesi ribadita, senza appello, proprio dai dati snocciolati da La Rocca che, a domanda sulla presenza reale di ‘ndragheta, camorra e cosa nostra nel territorio ha ricordato che «nel solo Sudmilano sono 96 i beni confiscati, cui si aggiungono i 40 tra Segrate e Pioltello. Sono case, negozi e immobili vari che raccontano una storia precisa, fatta di nomi ben noti e fatti appurati dalla magistratura». Nomi che tracciano un panorama fatto di «usura, riciclaggio, imprenditoria malata e interessi diffusi» contro cui «è necessario tenere alta l’attenzione, sempre», con una prima, fondamentale regola: «Mai arroccarsi in difesa».

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