A Lodi Vecchio il museo che apre soltanto sei ore al mese

Una «soluzione a 360 gradi» che terrà conto di più fattori. Dall’aumento dell’orario di apertura - oggi limitato a sei ore al mese - alle attività di catalogazione e ricerca, per l’ingente patrimonio conservato, come previsto dalla normative regionali in materia. Con una diversa modalità gestionale, del tutto inedita per la città. Si stringono i tempi per la rivoluzione della gestione del Museo Laus Pompeia di Lodi Vecchio, innovativo gioiello nel panorama museale lodigiano e unico polo archeologico del territorio. Di recente finito al centro degli interessi del programma Rai “Ulisse - Il piacere della scoperta”, ma anche di segnalazioni polemiche, anche arrivate sulle pagine del “Cittadino”. Un gioiello inaugurato nel maggio 2014 e realizzato, a partire dal 2010, nel complesso di Corte Bassa, trasformando in casa della cultura un edificio di origine settecentesca utilizzato per lungo tempo come stalla e come fienile. Un polo culturale di rilievo, nel contesto provinciale, con il Museo Laus Pompeia al primo piano e la Biblioteca Comunale negli spazi sottostanti, in cui è anche conservata la raccolta di Antonio Frova, archeologo milanese affezionato a Lodi Vecchio, che condusse le prime ricerche sul sito lodigiano di Laus Pompeia con approccio scientifico. Un complesso per cui sono stati investiti circa un milione e 800mila euro e che, secondo alcuni osservatori, è poco sfruttato, anche per l’apertura limitata alla prima e dalla terza domenica del mese, dalle 15 alle 18, con personale della cooperativa specializzata Memosis, che si occupa anche di visite guidate di laboratori didattici. «Condivido le preoccupazioni di chi ritiene limitato l’orario di apertura del Museo Laus Pompeia - afferma il sindaco di Lodi Vecchio, Alberto Vitale - e, nonostante le difficoltà, siamo da tempo all’opera per arrivare ad una nuova proposta gestionale. Credo, però, che le polemiche debbano essere riservate ai musei da tempo chiusi, non ad una struttura di grande importanza che continua a suscitare riscontri di rilievo». Sulla nuova proposta gestionale, che dovrebbe essere presentata nel mese di settembre, interviene anche l’assessore alla cultura del Comune di Lodi Vecchio, Daniele Fabiano. «Si tratta di un lavoro complesso, che tiene conto di numerosi fattori - sottolinea - : di certo il Comune di Lodi Vecchio non si muove in solitaria, ma aderisce ai regolamenti regionali in materia. Siamo in dirittura d’arrivo e la soluzione che presenteremo sarà a 360 gradi, non solo per aumentare gli orari di apertura, ma anche per portare avanti il lavoro di conservazione dei beni». Tra le ipotesi emerse già a fine 2016, la figura di un direttore e quella dell’introduzione di un biglietto, con tariffa agevolata o gratuità per i residenti. Intanto, a servizio dell’area archeologica e dell’ex Conventino, è stato completato di recente un parcheggio da circa 50 posti lungo via San Lorenzo.

In arrivo una rivoluzione per la gestione dell’unico polo archeologico del territorio

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