Un patto anti-bracconaggio siglato da quattro Regioni

Patto anti bracconaggio fra quattro Regioni. Con l’obiettivo di uniformare la normativa che regolamenta la pesca in tredici diverse Province (fra cui Lodi) e tutelare con più efficacia il patrimonio ittico del Po.

Nei giorni scorsi quindi Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, oltre all’Autorità di Bacino, hanno costituito una consulta per la gestione della pesca e la tutela del patrimonio ittico del Po. «La sottoscrizione del Protocollo d’intesa per l’istituzione di una consulta interregionale per la gestione sostenibile e unitaria della pesca e la tutela del patrimonio ittico - ha spiegato l’assessore lombardo all’agricoltura Gianni Fava - rappresenta il primo tentativo di superare una gestione divisa e non coordinata tra 13 province con 13 regolamenti autonomi e indipendenti della pesca».

Ora la Consulta dovrà determinare un regolamento unico per la pesca, mettere insieme le forze di polizia per contrastare il bracconaggio, e decidere insieme tutte le politiche di miglioramento delle specie ittiche, innanzitutto attraverso monitoraggi con standard unici; dovrà garantire il controllo e il contenimento delle specie alloctone invasive, la tutela dell’ittiofauna autoctona, anche con azioni specifiche di ripopolamento.

Il fenomeno del braconaggio, operato soprattutto da cittadini dell’Est Europa che pescano al di fuori della normativa e con strumenti non leciti (come la corrente elettrica per stordire i pesci e reti non regolamentari) è sempre più diffuso, anche sulle sponde lodigiane del Grande fiume. Ora questo accordo mira a uniformare la normativa, sia di pesca che di contrasto al bracconaggio, nella speranza di mettere un argine al fenomeno per difendere la fauna ittica e il patrimonio naturalistico del Po.

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