«Maltrattava la fidanzata»: 7 mesi

Il vaso era traboccato probabilmente durante una breve vacanza a Sharm el Sheik, in Egitto, nel 2008: lei era tornata a casa piena di lividi e aveva raccontato alla sorella di essere stata «presa a calci e a pugni» dal giovanissimo fidanzato, e la sorella aveva pensato bene di fotografare ecchimosi ed ematomi. Immagini che poi sono finite sulla scrivania del pubblico ministero e che potrebbero aver concorso, ieri, a convincere il giudice della fondatezza della denuncia presentata contro l’imputato. Un 26enne di San Giuliano Milanese, S.G., è stato condannato a sette mesi di reclusione all’esito di un processo che lo ha visto indiziato di violenza privata, minacce e danneggiamento.

A influenzare i magistrati probabilmente anche il fatto che, dopo aver interrotto la relazione che gli è costata il processo, il giovane fosse stato denunciato anche dalla fidanzata successiva. Una denuncia che aveva portato il gip a ordinargli di starle lontano, poi però la nuova fiamma aveva ritirato la querela. Il sangiulianese quindi era incensurato e ha ottenuto la pena sospesa.

Cinque anni fa, il sangiulianese aveva intrecciato una relazione con una donna di 14 anni più grande di lui, anche lei originaria del Sudmilano, ed erano andati a convivere a Vizzolo Predabissi. qualche tempo dopo la vacanza “incriminata”, però, la convivenza si era interrotta e all’inizio del 2009 la donna aveva sporto querela. Negli atti dell’accusa il racconto di una lunga serie di atti di sopraffazione: il giovanissimo fidanzato avrebbe preso l’abitudine di rispondere al telefonino di lei, di leggerle sms e posta elettronica, e, in accessi d’ira, le avrebbe anche tagliato il cavo della televisione e scagliato in aria cellulari. «Sentivo di essere diventata prigioniera», così la donna ha testimoniato nel corso dell’inchiesta. Interrogato in tribunale, il sangiulianese ha però escluso di aver mai maltrattato la compagna: «Eravamo gelosi l’uno dell’altra», ha osservato, limitandosi ad ammettere che qualche litigio c’era stato, ma non con i toni dipinti dall’accusa. La ex si è anche costituita parte civile.

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