Furia bestiale contro il presepe

Vandali mozzano le gambe a Gesù Bambino

Barbarie senza ragioni e senza cervello sotto i palazzi dell’Eni. Alla scuola Maria Ausiliatrice di via Sergnano hanno preso il Gesù bambino dal presepio nel giardino e l’hanno scagliato sul marciapiede esterno, riducendo le gambe a

Gesù bambino con le gambe spezzate dai vandali

moncherini. Poi si sono messi a fare la stessa cosa con le statue di Maria e Giuseppe, uscite danneggiate anche loro da un raid bestiale e insensato che si è consumato nella notte fra l’1 e il 2 gennaio, ripreso dalle videocamere. I genitori e i bambini della frequentata scuola ai margini di Metanopoli l’hanno saputo solo ieri, quando le lezioni sono riprese dopo la pausa invernale. Entrando hanno notato che nella capanna anziché la Sacra Famiglia c’erano un cartellone e delle foto. Il cartellone diceva più o meno “preghiamo per chi ha un simile vuoto dentro”; le foto spiegavano l’ignobile gesto. Un vandalismo particolarmente insensato ha toccato il cuore della comunità, suscitando interrogativi inquietanti anche perché in città di cose simili non se ne erano mai viste. Ma c’è stato subito anche un moto di solidarietà attorno alla scuola, perché i genitori con una raccolta fondi si sono già attivati per avviare il restauro. «È stato nella notte dopo Capodanno - raccontano le sedici religiose che seguono i 900 alunni

Una risposta di pace

assieme agli insegnanti laici - non fra il 31 e l’1, ma quella dopo. Abbiamo le registrazioni che mostrano come si è svolta la scena e che sono servite per la denuncia che ovviamente abbiamo fatto ai carabinieri. Nel video si vedono quattro o cinque persone, dalle corporature sembrano ragazzotti, adolescenti, che si arrampicano sulla cancellata alta due metri e si avvicinano alla grotta di paglia. A quel punto prendono la statua di Gesù e la scagliano a terra diverse volte, fino a spezzare le gambe. Pochi secondi dopo cominciano a dare calci e sassate anche a Giuseppe e Maria; a quel punto passa un’automobile, forse hanno paura di qualcosa, scavalcano di nuovo e scompaiono dalla scena». La progettazione, se il termine è lecito, di un’“impresa” simile non è complessa da intuire: si deve trattare quasi sicuramente di ragazzi di San Donato che hanno voluto colpire proprio con l’intenzione di scegliere il bersaglio del presepe. Il commento delle religiose è improntato alla pietà: «Per questi ragazzi c’è solo da pregare - dicono - per gli uomini che rischiano di diventare domani se già ora hanno un vuoto simile dentro. Esattamente la stessa cosa che hanno capito i nostri ragazzini più grandi, quelli delle medie». I genitori nel frattempo si sono rimboccati le maniche: una colletta ha reperito i finanziamenti per dare il via al restauro delle effigi, che tra l’altro sono di fattura artigianale ed hanno più di cinquanta anni. Una mamma, restauratrice, si è offerta di sovrintendere all’operazione.

Emanuele Dolcini

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