Formenti, il rimpianto per la Sanmartinese

ORIO LITTA Calcio e non solo per Paolo Formenti, per la terza stagione tecnico dell’Oriese in Prima Categoria, ma che non vuole farsi troppo condizionare dall’impegno agonistico e dalle tensioni del campo. Ci sono la famiglia, il lavoro e in definitiva altri interessi che devono avere il loro spazio e rendere tutto meno opprimente, pur considerando la responsabilità che deve animare chi ha pur sempre l’onere della gestione di un gruppo.

Il mister lodigiano, classe 1971, è costretto a lasciare ben presto il rettangolo di gioco a causa del «solito» grave infortunio, che trasforma spesso un giovane calciatore promettente in un allenatore: durante un Cagliero-San Bernardo del campionato di Prima «saltano» i legamenti del suo ginocchio e si interrompe la sua voglia di giocare. Siamo nel 1993 e appena nella stagione precedente Formenti sempre col “Sambe” ha perso uno spareggio per il passaggio in Promozione con la Soresinese, reduce peraltro dal servizio militare nella Compagnia Atleti di Bologna. I suoi primi passi invece li aveva mossi calcando il campo dell’Ausiliatrice fino agli Allievi e ancora da lì riparte come tecnico dei Giovanissimi. Poi però si trasferisce a San Martino in Strada, in una società che segnerà il suo percorso di allenatore, iniziando da Allievi e Juniores per arrivare fino al successo con la prima squadra che consente di passare in Prima Categoria, dove si salva anche nella stagione successiva. Poi va al Codogno alla guida degli Juniores regionali ma torna ancora alla Sanmartinese, nel frattempo tornata in Seconda: «Devo molto a questa società e mi dispiace molto che ora non esista più, perché era veramente un bell’ambiente - racconta Formenti -. Io e alcuni amici abbiamo anche tentato di rifondarla, ma non ci sono state le condizioni». Una telefonata inaspettata di Aurelio Tansini (ora a San Colombano) lo riporta a Codogno, ma sulla panchina della formazione militante in Promozione, anche se dura solo fino a novembre: «Non è scattato il feeling con la squadra, magari proprio per colpa mia che, forse a causa della nuova categoria, ho voluto cambiare metodo di lavoro, perdendo un po’ il filo del discorso. Così non mi sono ritrovato e ho dato le dimissioni, pur riconoscendo la correttezza dello stesso Tansini, con cui rimango in ottimi rapporti, e di tutto l’ambiente. Ma succede... E comunque quell’esperienza mi è servita molto e ho capito tante cose, che dopo ho cercato di mettere in pratica».

Il pensiero di stare fermo, proprio per meditare su questa vicenda, lo sfiora ma arriva presto la chiamata dell’Oriese e per Formenti c’è l’occasione per riabilitarsi, proprio perché dimostra di trovarsi a proprio agio in queste piccole realtà, dove si sta come in famiglia: «In effetti mi ritrovo un po’ come a San Martino, anche se devo dire che l’Oriese è comunque una società ben organizzata, dove tutti restano fedeli al proprio ruolo e fanno funzionare tutto nel migliore dei modi. Qualche frizione c’è sempre, ma tutto si sistema nel migliore dei modi e senza tanti problemi». E i risultati tutto sommato arrivano, tanto che Formenti viene confermato per il terzo campionato consecutivo: «Stiamo crescendo in ogni stagione: il primo anno ci siamo salvati abbastanza agevolmente, nella scorsa stagione siamo entrati in zona play off, pur con un distacco di punti che ci ha impedito di disputarli, e adesso vediamo di fare un altro passo avanti. Siamo in un girone estremamente competitivo, ma cercheremo di farci trovare pronti». Del resto la squadra, pur con qualche innesto, è ormai collaudata e offre certe garanzie: «Abbiamo un gruppo di ragazzi che mi consente di applicare il 4-3-3, anche se non voglio attestarmi su un modulo fisso, visto che qualche modifica si può sempre apportare, soprattutto abbassando gli esterni per gestire meglio certe situazioni. A Codogno per dire avevo cominciato col 4-4-2. Comunque sono del parere che i numeri servano a poco: quello che conta è l’atteggiamento in campo e la giusta interpretazione di questi moduli. E per questo serve impegnarsi molto in sede di preparazione durante la settimana».

Dunque senza tralasciare niente e non sottovalutare questo impegno, come potrebbe sembrare pensando all’altra grande passione di Formenti, il mare. «Certo, scherzando qualcuno anche a Orio Litta mi dice che in fondo preferisco il mio «27 piedi», che peraltro sto cambiando, a una partita di calcio. Ma non è così, perché sono del parere che le due cose possono convivere, come del resto il lavoro. Oltretutto questa è una passione che mi ha tramandato mio padre e la vivo nel modo giusto. Mi piace andare in barca, anche se è una navigazione da diporto, solo per divertirmi, come del resto le immersioni, che pratico soprattutto in vacanza e durante qualche week end, compatibilmente con il calendario delle partite e senza tralasciare niente. Del resto non posso dimenticare che mia moglie preferisce il mare a una partita di calcio e che c’è anche mia figlia che gioca a pallavolo». E così gli sportivi oriesi possono stare tranquilli: si può conciliare ogni cosa e pensare anche a un campionato di vertice.

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