Tanti miei amici sono al canile e aspettano un’adozione
Gigi
Salve. Mi chiamo Gigi. Ho quindici anni, quindi non sono giovanissimo.Scrivo questa lettera, seppur con qualche difficoltà di scrittura per parlare ed affrontare un tema troppo spesso lasciato ai margini, soprattutto in questi periodi.Il canile.Ho convissuto con molti amici, sia a quattro che a due zampe per tanto tempo nel canile di Casalpusterlengo e per quanto possa essere dura e fredda la vita lì dentro, i volontari e le volontarie, sanno trasmettere quella cura, sentimento e amore che rende il canile di Casalpusterlengo vivo e amorevole.Una volta, due volontari che parlavano tra loro dissero: «I cani sono in carcere senza aver commesso reati». Il cibo non ci manca, la pulizia e le cure sono costanti, come costante è sgranchire le zampette fuori dalla gabbia con una corsetta salutare nel giardino del canile. Ma la cosa straziante, di cui proprio non riusciamo a liberarci è avere questo immenso amore incondizionato dentro il cuore e non poterlo trasmettere ad una persona sola.A quello che voi chiamate padrone. Per Noi, non esiste. Il Cane è il miglior amico dell’uomo, ma l’uomo è il miglior amico per il Cane.A rendere vivibile il canile di Casalpusterlengo è l’enorme lavoro che giornalmente compiono i volontari. La pulizia delle gabbie, la carezza sempre presente, l’immancabile biscottino, la passeggiata, le visite dal veterinario, il mangiare nella ciotola. Sono tutte azioni volontarie, fatte da persone che amano la nostra causa, amano la nostra storia. A loro non interessa il nostro pedigree, la nostra dinastia oppure i premi vinti, interessa vederci sorridenti e felici. Vi sembrerà strano, ma chi ci guarda con gli occhi del cuore, riesce a scorgere il sorriso sul nostro volto.Quando si attiva un’adozione, i volontari vanno a visionare la futura casa, i futuri padroni e dove il cane andrà a vivere. Questo, a dimostrazione dell’affetto che il volontario nutre nei nostri confronti, sposa la causa, a differenza di certi criminali, non interessa liberarsi del cane ma migliorare la nostra vita. Da qualche settimana ho smesso di frequentare il canile di Casalpusterlengo e devo dire che, per quanto mi fossi abituato all’ambiente, trovo la nuova casa un posto amorevole ed accogliente, un po’ come se ci fossero tre volontari tutti per me che mi riempiono di coccole e che sorridono. Sono contenti se scodinzolo o se faccio i bisognini in cortile, sono strani, ma sono brave persone. I cani del canile hanno dimenticato forse come si vive in famiglia e ci vorrà del tempo, seppur breve, prima di ricordare ancora i suoni, gli odori, i colori della vita normale, ma c’è una cosa che sappiamo fare benissimo, forse più degli altri, è quella di trasmettere amore, affetto e riconoscenza. Chiedete a chi ha un cagnolino preso dal canile, questi tre sostantivi saranno presenti. E poi ve lo dico io che sono un cane. Ho lasciato molti amici, ancora in cerca di padrone nel canile di Casalpusterlengo e visto che ho vissuto per quasi quindici anni posso assicurare che ognuno di loro è speciale, unico e pronto a riempire il cuore del suo amico a “due zampe” (noi vi chiamiamo cosi). L’altra sera stavo sonnecchiando dentro la mia cuccia e mentre mangiavano li sentivo parlare, dicevano: «Certo, non avranno vinto premi, non avranno il pedigree, ma un cagnolino cucciolo o anziano che sia, preso dal canile, riesce a trasmettere felicità e riempie il cuore ogni giorno. A Lui non interessa se sei alto, magro, bello o brutto, per Lui sei e sarai sempre speciale» . E’ questo che interessa alle persone nella vita, essere speciali.Ora devo proprio andare. Non sono ancora abituati a vedere un cane scrivere a computer.