Rubriche/Lettere
Mercoledì 18 Luglio 2012
Sei e resti la professoressa migliore che io abbia mai avuto
Ciao Isa.Mi vengono in mente molte cose. Com’eri e cosa hai fatto per me. Le tue lezioni di storia e filosofia. Le proposte, gli stimoli; la tua voglia di farci pensare e riflettere al di fuori delle lezioni. La solarità dei tuoi occhi, che tu parlassi di Webber o di un viaggio futuro. L’amore per qualunque cosa respirasse, e anche per gli alberi, i sassi, le città. La convinzione di fare un lavoro che non è soltanto un lavoro, la convizione di doverlo e volerlo fare bene, sempre, comunque, con chiunque. Parigi sotto la neve e noi che ci lamentavamo del freddo e tu che ci borbottavi di smetterla, che insomma, eravamo a Parigi! Quando ci dicevi che mangiavamo troppe schifezze. Quando mi mormoravi che arrabbiarsi faceva bene, ma che avrei dovuto regalare i miei principi a cause migliori. Il tuo femminismo, intelligente, energico: sapevi già che non era stato fatto abbastanza per noi donne. La fede: io non la capivo, tu mi rispettavi sempre. I libri, i viaggi, la storiografia, la filosofia. La tua famiglia. Le sigarette nel cortile del chiostro. Quando mi spronavi a scrivere. Quando mi hai fatto conoscere l’Archivio e Francesco. La tua generosità. Il modo in cui ti spendevi, per tutto e per tutti.Non è vero che si cresce e i professori passano. Quando sono persone come te, non c’e’ verso di andare oltre: sei sempre stata il mio metro di confronto, accademicamente e non, e tutti sono impalliditi. Quando i professori sono come te, la scuola smette di essere un parcheggio e ritorna a essere uno spazio. Mi tengo strette le chiacchiere e gli occhiolini: ma il cuore ora è dislessico e non trovo le parole giuste, la lingua giusta. So che tu non penseresti che il mondo è un luogo inospitale e malvagio. Cercherò di farlo anche io. Però è terribile saperti lontana: avevamo ancora bisogno te. Ti auguro buon viaggio, Isa, seppur con amarezza: è atroce il dolore di non saperti più ridere e spiegare filosofia, scorazzare in bicicletta per la città che volevi risvegliare, discutere di religione e istruzione, di donne e di politica, sapere tuo marito e le tue figlie soli all’improvviso. Grazie per tutto quello che hai fatto per me, per noi. Sei e resti la prof migliore che io abbia mai avuto.‘Stasera, all’infinitesimo lume delle stelle,alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.A volte io penso che mentre dormoforse assomiglio a loro nel modo più perfetto - con i miei pensieri andati in nebbia.Stare sdraiata è per me più naturale.Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me’.Sylvia Plath
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