L’impressione è che adesso manchino i soldi per l’opera

Egr. Direttore,leggo un articolo con frasi virgolettate attribuite all’AD F. Terragni sul sito online di una testata di interesse nazionale. L’articolo tratta l’imminente partenza dei lavori per la costruzione della TEEM, i toni dei virgolettati non danno più l’impressione trionfalistica che appariva nell’intervista rilasciata alla testata da Lei diretta, il Cittadino. Nell’intervista di qualche giorno fa venivano elencate parecchie opere che poco hanno a che fare con la costruzione della TEEM, l’impressione che fosse arrivato Zio Paperone, mentre oggi emerge molto chiaro: mancano i soldi per fare la stessa TEEM. Sì, i lavori partiranno grazie ad un prestito ponte di 120 milioni di euro delle banche. Leggo che per l’opera completa occorrono circa 2000 milioni, presto detto «circa 700 potrebbero essere coperti da prestiti e un interessamento della Cassa depositi e prestiti, per altri 200-300 potrebbe intervenire la Banca europea per gli investimenti», si scopre così che i soci dovranno metterne «appena» 580 milioni (di euro), poco più di un quarto dell’intero ammontare, da versare esattamente nel 2013, quando cioè cominceranno le prime entrate ai caselli. La domanda è: chi metterà gli altri soldi? Semplice noi usufruitori dovremo metterli, pagando ai caselli il pedaggio per i prossimi cinquant’anni! Sì, siamo noi la gallina da spennare per restituire i soldi alle banche(project financing?). Gli Svizzeri non pagano l’autostrada, così i Tedeschi e gli Inglesi, sono realtà alle quali spesso ci richiamiamo per studiare modelli europei, perché il Governo del Prof. Monti non ha messo mano alle concessioni autostradali liberalizzandole? Al contrario qualche illuminato politico ha proposto di far pagare pedaggi anche sulle tangenziali Est e Ovest di Milano. È possibile che nel nostro Paese l’unica industria che funzioni e sulla quale le banche investono è quella delle Grandi Opere? Ho forti dubbi sull’utilità reale per la collettività Italiana di queste grandi opere, ad esempio qualcuno mi dica come faccio a dire a mio figlio che da Brescia per andare a Lisbona in macchina o in treno devo prima scavalcare le Alpi e passare per Lione? Potrei raccontargli che mi sembra di ricordare che in fase trattative Alitalia, nell’anno 2006, Airfrance chiedeva di smantellare Malpensa a vantaggio dell’hub mediterraneo della bellissima Lione e a breve treni ad alta velocità, il cui azionariato è per un quinto in mano ai francesi, uniranno da Napoli e da Venezia le principali città italiane a Lione, sarebbe un ricordo troppo vago e pieno di fantasia, posso convenientemente rispondere: «Perché è il corridoio 5». Il Ponte sullo Stretto è definitivamente stato accantonato oppure un domani verrà ripresentato? Perché non è ancora stata terminata la Salerno-Reggio Calabria? Ma davvero le liberalizzazioni più impellenti erano i tassisti, le farmacie e l’articolo 18? Da usufruitore del passante ferroviario, cosa dico a mio figlio? Che quando il treno è in ritardo o soppresso potremo prendere il taxi? Coloro che sono convinti che la TEEM toglierà il traffico dalle strade locali, per un attimo non pensino agli «altri» che secondo le ottimistiche illusioni lasceranno vuote le strade prendendo la TEEM, pensino piuttosto ai propri tragitti quotidiani e a quante volte utilizzerebbero il tracciato TEEM sapendo che è a pagamento. La soluzione per decongestionare il traffico locale non è la TEEM ma una efficiente rete di servizi locali su rotaia all’altezza del secolo che viviamo invece di farci spennare.Cordialità

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