La possibilità di rimettere in campo la “buona politica”

Prima di tutto voglio rispondere con un sincero ringraziamento alle tante persone, organizzazioni, forze sociali e politiche che in questo periodo mi hanno sollecitata a riflettere sulla possibilità di candidarmi a Sindaco della Città.Non è questo un passo semplice da compiere oggi.Avendo alle spalle l’esperienza dì assessore ho la piena consapevolezza dei problemi presenti, accompagnati dalla preoccupazione per le difficoltà che si profilano all’orizzonte a causa di una crisi economica che non demorde, che sta compromettendo la vita di tante persone e famiglie, che ha destrutturato il sistema economico locale, che rischia di far prevalere, in una Amministrazione Comunale, il ruolo di esattore piuttosto che di erogatore di servizi.Penso che di fronte a una situazione così grave ci sia però la possibilità di rimettere in campo la “Politica”, quella buona, che sappia ingaggiare le persone, i cittadini sui loro bisogni di tutti i giorni. Una politica che non li veda solo come portatori di problemi, bensì come protagonisti di possibili azioni quotidiane per cambiare lo stato di cose presenti. Una “Politica” fatta dalle persone oneste e con la faccia pulita e politici che lavorino per il bene di tutti e non per quello di sé stessi. È per questo che ho deciso di fare questo passo.Ho sentito apprezzamento, fiducia nei confronti della mia persona, ma soprattutto ho sentito la volontà di impegnarsi, di volersi spendere, ora e dopo, per il bene della città. Una candidatura collettiva , quindi, valore aggiunto che mette in gioco temi come la partecipazione diretta, il confronto, competenze multiple, l’autorganizzazione e il riconoscersi di tanti in un progetto per una LODI come “COMUNE SOLIDALE”. Un progetto che stiamo costruendo in molti e che sarà presentato nel “Programma per la città”.Io penso che, purtroppo, per molto tempo ancora, non si vedrà alcuna luce in fondo al tunnel, come dice qualche politico.Le persone e le famiglie sono sempre più vulnerabili, anche a Lodi.I dati sulla disoccupazione, i licenziamenti e la cassa integrazione, la chiusura di piccole/medie realtà produttive, sono fortemente preoccupanti. Ci dicono di un progressivo impoverimento dei cittadini che, senza o con scarsità di lavoro, perdono la casa, faticano a pagare le utenze domestiche, non hanno la possibilità di arrivare alla fine del mese.La mia recente esperienza mi ha messo in contatto anche con forme di estrema povertà, quasi assenti nel 2005, quando ho iniziato come assessore, ma in forte aumento oggi: sono molti i cittadini, anche di Lodi, che vivono per strada.I tagli dei trasferimenti ai Comuni, le regole stringenti del patto di stabilità, gli effetti del “fiscal compact”(che produrrà un taglio delle spese di 45 miliardi all’anno per i prossimi 20 anni) vanno drammaticamente nella direzione opposta rispetto alle necessità locali oggettive.Per questo ritengo che il Comune di Lodi non possa far altro che configurarsi come “COMUNE SOLIDALE”, che faccia barriera contro le forme della crisi.Non penso ad un Comune assistenzialistico, ma ad un progetto politico locale che metta al centro del propri agire la tutela dei bambini e della loro crescita, delle persone, delle famiglie, degli anziani.Ciò significa assumere uno specifico punto di vista nell’amministrare la città.Significa ripensare al suo assetto in una logica che metta al centro una politica urbanistica di riduzione del consumo di suolo; che si ponga l’obiettivo della salvaguardia dell’assetto idrogeologico e della protezione del territorio; che faccia del recupero del patrimonio abitativo sfitto una priorità.Una logica quindi che utilizzi l’obiettivo della tutela del territorio per dare risposte concrete alle persone, attraverso soluzioni abitative a contrasto della piaga degli sfratti e che movimenti l’economia locale con nuove e innovative forme di produzione di lavoro a filiera corta su questi obiettivi.Significa pensare ad una città a misura dei bambini e delle famiglie, sviluppare politiche familiari, attraverso un pensiero condiviso con i portatori di interesse, che vede l’urbanistica, la viabilità, le forme del commercio, la fiscalità, la socialità, la costruzione di reti, a tutela delle nuove generazioni e delle famiglie.In prospettiva si tratta di lavorare nella direzione di una ritrovata cultura di autorganizzazione, di mettere in campo nuove forme di autotutela e di formazione alla legalità che contrasti una situazione pericolosa presente anche da noi; del resto germogli significativi in questo senso sono già presenti in città.Lodi, comune per tutti, concretamente significa: fare ed essere comunità per far fronte alla crisi, anche in termini di sviluppo locale, oltre che di tenuta del tessuto sociale. Utilizzando gli strumenti propri dell’amministrare la città come BENE COMUNE.Per questo ho deciso di accettare la candidatura a Sindaco di Lodi.Una scelta compiuta non a cuor sereno, proprio per la complessità della situazione. Oggi, però, esprime una determinazione frutto di una candidatura sostenuta da una volontà di partecipazione, da un concorso di idee e proposte collettive.C’è un bisogno di riconoscersi in una città in cui gli abitanti abbiano il piacere di viverci e di stare nel rapporto reciproco.Un luogo che siamo orgogliosi di disegnare come una città solidale.Dobbiamo e vogliamo difendere il lavoro, avere cura di chi ha problemi, tutelare i nostri figli e i nostri anziani, dare una prospettiva di futuro ai giovani, proteggere le donne che subiscono maltrattamenti.La crisi, oltre a peggiorare le condizioni di vita delle persone, ha le caratteristiche di una crisi di democrazia.Forse sarebbe utile diminuire il forte processo di accentramento nelle mani del governo delle decisioni che pesano sulla vita di tutti, per renderci tutti più corresponsabili. Nel frattempo ai Comuni vengono tolte molte delle prerogative di decisione autonoma, quelle che permettono di essere più vicini alle istanze della popolazione.Ai cittadini, a colpi di spugna, viene tolta la possibilità di rappresentare i propri bisogni: cancellati i Consigli di Zona, realtà rappresentative e di controllo dal basso; ridotti i Consigli Comunali nel numero e nella portata vera delle istanze.Di fronte a questo stato di cose è necessario reagire, impegnarsi in forma collettiva, rimettere in gioco forme di partecipazione diretta.Io ci sto, per costruire insieme una LODI COMUNE SOLIDALE

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