Il quartiere invaso dalle auto, ma il parcheggio è deserto

Caro Direttore, siamo affezionati lettori del suo giornale, che leggiamo con interesse perché ci dà resoconto oltre che delle migliaia di parole in libertà con cui ogni giorno i politici di casa inondano di promesse, bugie e banalità, avvolgendo in una perversa spirale le pagine di informazione, anche di una serie di fatti di cronaca, piccoli e grandi, che ci permettono di verificare quando spessa sia la cortina delle chiacchiere, degli annunci e dei buoni propositi, e quali, invece, i problemi concreti e i fatti reali, che la città e il territorio mantengono in evidenza.

Ora abbiamo letto (un po’ divertiti e un po’ preoccupati) quanto accaduto nei giorni scorsi in via Fascetti teatro di una sceneggiata napoletana. Via Fascetti è una via “trafficata”, come si dice, in una zona in cui si snodano viale Europa, via S.Angelo, via Lombardo via Fascetti, via D’Acquisto dove esistono sottopassi d’accesso al centro cittadino e alla stazione FS, e dove si trovano la Posta centrale, gli Uffici delle Imposte Dirette, gli Uffici comunali, le sedi sindacali, liceo artistico, ma esiste anche (in via Sant’Angelo) un nucleo non secondario di attività di servizio, da costituire un punto nodale, sia per l’attraversamento della città, sia per raggiungere l’Inps e il centro, sia verso la Tangenziale sud.

Ebbene, al di là della cronaca e degli aspetti coloriti con cui è stata tratteggiata, alcuni dei quali investono non tanto le infrazioni commesse, multe sopportate e non, ma le ruggini o le sgarbataggini tra condomini e viciniori, la disputa oggetto dell’attenzione giornalistica meritava forse da parte del suo giornale un commento di merito.

Infatti, l’accaduto, oltre che aver messo in luce contorni incresciosi, ha evidenziato un problema non nuovo, riconducibile ai problemi connessi alla assegnazione degli spazi urbani adibiti a parcheggio. A un problema cioè molto semplice di “qualità”, che investe un’area semi-centrale del tessuto cittadino, sottoposta a straziamento urbanistico dalla crescita esponenziale del pendolarismo oltre che dalle scelte di attrattività messe in campo localmente a favore del centro cittadino.

Via Fascetti e le vie circostanti accusano da tempo (da anni oramai), strozzature conseguenti al fatto di tramutare le cose più elementari in concessioni regolamentate. Come, appunto, il parcheggiare in zona. Divenuto ormai impresa problematica se non si gradisce affrontare gli avvoltoi della vigilanza (che peraltro fanno il loro mestiere).

Come cittadini ci rendiamo perfettamente conto delle difficoltà insorgenti quando si tratta di dare una efficiente e soprattutto efficace regolamentazione alla mobilità in una città come Lodi, con un centro fortemente terziarizzato da negozi, banche, uffici professionali, mercati ambulanti, dove le scelte più facili sono state, sin qui, quelle di trasferire all’esterno (alle fasce semicentrali e di periferia) scelte di adattamento.

Tutto questo, signor direttore, è solo un pretesto per richiamare l’attenzione del giornale e sua su decisioni che, presentate come “tecniche” in realtà portano avanti provvedimenti di politica amministrativa rivolti all’obiettivo di “fare cassa”.

Attraverso un uso sconsiderato dei parcheggi a pagamento, ai quali spesso è, naturalmente, asimmetrico quello delle ammende o multe. Va da sé, quindi, e pare ovvio (almeno a noi che le scriviamo) che a uno sconsiderato eccesso di concessione regolamentate a pagamento, il cittadino cerchi di salvarsi come può, fino a far saltare anche certi schemi teorici di “dissuasione” coi quali si tenta di motivare alcuni provvedimenti.

È avvilente constatare come certe scelte prospettate come un potenziamento dei “servizi” e della mobilità in città, riducano in maniera maniacale gli spazi di utilizzo libero, trascurando tra l’altro soluzioni possibili, che richiederebbero, a nostro avviso, poco impegno e solo una diversa progettualità e tanta buona volontà.

Ci riferiamo al parcheggio creato all’interno del parking di autobus di via Fascetti, vincolato anch’esso al pagamento di una tariffa. Era proprio necessario tariffare anche quest’area? Francamente non comprendiamo l’adozione di una tale condizione, soprattutto in un momento di difficoltà economica e di abusati rincari di tutto ciò che è pubblico.

Così non comprendiamo perché la prospiciente area delle ex-Adda - da anni sottratta a un progetto di valorizzazione (che prevedeva parcheggi) - non sia stata, nel frattempo, pensata e adattata temporaneamente a parcheggio libero. Non vorremmo risultare troppo maliziosi, ma la domanda ci viene spontanea: forse perché tali spazi renderebbero di minore “godimento” le altre aree a pagamento?

Ovviamente non intendiamo trascurare o sottovalutare gli impegni che derivano dagli obblighi di concessione del servizio.

Semplicemente riteniamo contraddittorio l’abbandono di soluzioni alternative rispetto quella dell’espansione sconsiderata dei parcheggi a pagamento in città, ignorando peraltro sia la qualità dei servizi pubblici sia di riscontrare che, tranne aree privilegiate, gli spazi a strisce blu hanno la prerogativa di rimanere largamente sotto utilizzati. A parte ciò, è in ogni caso evidente che a uno snodo come quello di via S.Angelo-via Fascetti-via Lombardo-via D’Acquisto-viale Europa, proprio per la presenza di tutta una serie di servizi comunali e pubblici, sindacali e sociali, di unità scolastiche e abitative e di attività commerciali andrebbe riconosciuta da parte dell’Amministrazione comunale e delle sue strutture, risoluzioni di maggiore attenzione e fiducia.

È vero che in una società che funziona in base allo scambio monetario, il “gratuito” ha perso valore. Al di là di ogni retorica, in una città di “contendenti” quale è Lodi, qualcuno ha mai valutato - in un contesto di giusti pesi e di misurati equilibri -, il ritorno che può procurare il “dono” di aggregatori di servizio come i parcheggi liberi?

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