Entusiasmo e professionalità devono essere riconosciuti

Gentile Direttore,Le scrivo perché ritengo opportuno e doveroso mettere a disposizione, la mia esperienza con la speranza che possa essere utile.Oltre un anno fa sono rimasto vittima di un incidente.Dopo cure e interventi chirurgici specialistici necessariamente eseguiti in ospedali di altre città, dove ho avuto la fortuna di trovare un sostegno sanitario di alto valore, sono stato rimandato per controlli e fisioterapia, all’Ospedale di Lodi.Nel Reparto di Radiologia ho potuto apprezzare le competenze, la gentilezza e la disponibilità del personale e della Dott.ssa Peroni in particolare. Nel centro di fisioterapia di via Fissiraga ho incontrato il dr. Buvoli ed il fisioterapista dr. Verdelli. Due professionisti con spiccate doti umane che con un approccio familiare e cordiale mi hanno aiutato nella riabilitazione raggiungendo obiettivi importanti.Posso dire che nel corso del tempo ho riscontrato costante attenzione, dedizione e passione per il lavoro, ottenendo cure indispensabili e preziosi consigli.Il Dr. Verdelli con grande pazienza, preparazione e capacità ha seguito l’evolversi del mio problema, affrontando la situazione con grande impegno e passione.L’attenzione nei miei confronti mi ha fatto sentire protetto e ben seguito, per questo mi auguro possa mantenere sempre questo profilo umano e professionale, perché i pazienti, nella loro fragilità, hanno bisogno anche di sensibilità e non solo di farmaci e medicine. L’esperienza mi ha anche fatto capire quanto sia importante il “post-intervento” e la necessità che alcune strutture ospedaliere, come da esempio il reparto di fisioterapia, debbano essere monitorate, rivalutate e potenziate, perché la sola volontà degli operatori non sempre è sufficiente.Il rischio, a mio parere, è che l’entusiasmo e la professionalità se poco riconosciute o scarsamente valorizzate, possano deludere o demotivare, perdendo nel lungo periodo, efficacia e valore.Anche investimenti finanziari di “facciata” anziché in mezzi sanitari adeguati che consentono di evitare sofferenze non necessarie (offendo ad esempio cure di nuova generazione, strumenti innovativi, ecc.) possono ridurre l’efficacia dell’impegno e trasformarsi in mancanze strutturali che non trovano giustificazioneCredo sia giusto che ognuno di noi, nel “suo piccolo”, debba fare il possibile affinché le cose belle, buone e soprattutto dignitosamente necessarie, che esistono anche nella nostra Città, non durino poco o cadano nel nulla come purtroppo qualche volta accade.Anche per questo Le scrivo.

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