Curti ricordi che il rispetto in campo bisogna meritarselo

Buongiorno direttore, innanzitutto volevo ringraziarla per lo spazio concessomi, premettendo che parlerò a livello personale. Gioco a calcio a livello dilettantistico da 20 anni ormai, ma ho sempre pensato, purtroppo, che calcio ed intelligenza spesso non vadano a braccetto. E domenica scorsa 29/01 ne ho avuto la conferma durante la partita Fanfulla - Casalmaiocco valevole per il campionato di Promozione. È stata a dover di cronaca una bruttissima partita che tutta d’un tratto si è accesa al 70esimo per via di un comportamento deplorevole da parte del capitano del Fanfulla Paolo Curti. Nessuno mette in dubbio la sua carriera, ma il modo vergognoso ed ignobile con il quale ha cercato di avvantaggiare la sua squadra provocando ed insultando prima e sferrando poi una gomitata ed pugno in maniera del tutto gratuita. Nel calcio e nella vita bisogna capire quando è ora di dire basta, invece che ricorrere a “mezzucci” e vigliaccherie varie.

In campo, si sa, se ne dicono di tutti i colori, ma finchè tutto ciò viene relegato al mero sbeffeggio o all’insulto fine a se stesso tutto è accettato. Ma quando si passa all’uso gratuito delle mani allora significa che si è pericolosamente entrati nel campo dell’ignoranza di cui parlavo prima. Il signor Curti ha parlato a posteriori di rispetto, come se fosse chissà chi per riceverlo, come se soltanto per la sua decennale attività nel calcio sia superiore a tutti, come se solo lui possa parlare con l’arbitro e tutti gli altri debbano stare zitti.

Posso tranquillamente affermare che fino al suo episodio nessuno ha mancato di rispetto a nessuno, né da parte del Casalmaiocco né da parte del Fanfulla. Chiaramente dopo la sua prima gomitata tutto è scemato, e purtroppo, dopo un ulteriore pugno, anche io sono entrato, sbagliando, nel campo dell’ignoranza.

I nervi sono saltati un po’ a tutti, anche ai miei compagni e dirigenti, che probabilmente si sono lasciati trasportare, sbagliando. Gli insulti sono arrivati dopo tutto quello che il signor Curti ha fatto, mai prima! E per tutto questo mi scuso con chiunque ha assistito; è stata una brutta scena, dato che era presente un po’ di gente sugli spalti e soprattutto perché nella nostra categoria i regolamenti impongono la presenza numerosa di giovani in campo, che non dovrebbero imparare certe cose. Ma non è accettabile ricevere due colpi al volto solo per aver fatto notare un’irregolarità all’arbitro e non dire niente o non reagire solo perché la persona che si ha di fronte ha fatto molte partite in più di te e molti goal in più di te. E che non mi vengano a dire di non fare i moralisti, perché qui si sta parlando di rispetto ed intelligenza!

Vorrei ricordare al signor Curti che il rispetto non è una caratteristica che si ha in base al numero di partite fatte o di reti marcate, ma è qualcosa che bisogna meritarsi in base ai propri comportamenti, e lo si deve avere sia di fronte ad un signore di 40 anni che ad un ragazzino di 15. Chiunque merita rispetto, a patto che lo riservi anche agli altri. Dato che non era la prima volta che il suddetto compiva un’azione del genere deduco che non sia a conoscenza della parola rispetto!

Lo si guadagna per doti di qualità, onestà e correttezza, sia in campo che nella vita di tutti i giorni. Sfortunatamente tutte queste cose domenica alla Dossenina non si sono viste. E a posteriori è troppo facile e vigliacco chiudere il discorso trincerandosi dietro la misera frase “solo io e lui sappiamo veramente come sia andata”!

A mente fredda mi prendo tutte le mie responsabilità, senza problemi o paure, aggiungendo però che da lodigiano mi sono vergognato per la brutta immagine trasmessa, ma ho la coscienza pulita, qualcun altro no.

Cordiali saluti

© RIPRODUZIONE RISERVATA