Buongiorno Sig. Direttore, ricordo che il nostro Ospedale di Lodi circa una trentina di anni fa, al centro dell’area che precedentemente presentava le due rampe di accesso veicolare, aveva una lastra di granito che riportava una frase che mi ha sempre colpito. “Non dirmi chi sei, ma dimmi che hai”. Frase pioniera in quegli anni e ora più che mai vera in una società in continua evoluzione. Il nosocomio per tutti noi è una sorta di approdo inevitabile in certe situazioni, nel quale riversiamo le speranze di pronta guarigione per noi stessi e per i nostri cari, non augurandoci mai di averne bisogno, ovviamente. Mio malgrado ho dovuto portare la mia bambina di quattro anni qualche giorno fa per un problemino che fortunatamente si è risolto da solo ma grazie anche all’intervento di personale capace e competente.Tuttavia ho riscontrato che questo personale, quotidianamente, e i piccoli utenti che incolpevolmente devono recarcisi si trovano in un ambiente non idoneo.Parlo più precisamente del Ambulatorio di Monitoraggio Pediatrico sito nel sotterraneo, nei pressi delle cucine ospedaliere, in uno spazio angusto e, non ci crederete... senza finestre. Mi chiedo come sia possibile che in una struttura recentemente rifatta, dall’entrata, devo ammettere, di un certo livello non abbiano pensato prima di tutto ai fondamentali del benessere infantile quale può essere il ricambio d’aria in questo ambulatorio. C’erano bambini, ovviamente accompagnati da almeno due adulti, sofferenti di bronchioliti, principi di broncopolmoniti, febbricitanti o comunque dalle patologie più disparate, ammassati e visitati in un angusto studio medico, stipato di materiale e dalle finestre bloccate. Nel vostro giornale del 17 Aprile scorso, in un articolo dedicato alla sanità, titolavate: “Ospedale, cura dimagrante” nel quale parlavate di riassetti organizzativi dei vari dipartimenti e onestamente l’ho letto con attenzione nella speranza di vedere anche per il reparto pediatrico menzionato un riassetto o riallocazione, ma nulla.Spero vivamente che queste mie poche righe, auspico fatte seguire da altre di altre persone, possano in qualche modo sensibilizzare chi è alla logistica e organizzazione dell’Ospedale di Lodi, che non può sempre solo contare sulla professionalità dei suoi addetti, ma possa offrire ambienti idonei e calibrati sulle esigenze dei diversi pazienti. In coda, ma solo per esigenze di stesura, ringrazio la Dott.ssa Silvia Dellacava e il personale tutto in turno la mattina del 16 Aprile scorso, per le amorevoli cure e la professionalità dimostrata, nelle condizioni di cui sopra, alla mia bambina.
Un papà lamenta le condizioni dell’ambulatorio di monitoraggio pediatrico dell'ospedale Maggiore di Lodi
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