Sergio Borsato (Politiche - Pcl)

Sergio Borsato, 53 anni, nato a Milano ma residente a San Giuliano da molti anni, è nuovamente candidato dal Pcl, il Partito comunista dei lavoratori, nell’area del Sudmilano. Stavolta il movimento politico di Marco Ferrando, propone Borsato alla Camera circoscrizione Lombardia 1. Insegnante di musica nelle scuole primarie di primo grado, musicista e compositore, Borsato è stato candidato sindaco due volte nella sua città. Alle comunali del 2011 (quelle vinte da Alessandro Lorenzano) guadagnò 259 voti, l’1,47 per cento.

Ma alle politiche con l’1,47 per cento non si va da nessuna parte. La “tagliola” del 4 per cento è implacabile...

«La legge elettorale riflette la fragilità del sistema politico e, voglio aggiungere, la sua stupidità. È necessario il rilancio di un sistema elettorale proporzionale con la preferenza al candidato. Il Pcl ha raccolto oltre 220mila voti alle politiche 2008, ma lo Stato ci nega ogni rappresentanza».

“Comunismo” e “rivoluzione”: potremmo spiegare cosa significano nell’Italia del 2012?

«È semplice: il comunismo e la rivoluzione sono quelle azioni che favoriscono le ragioni dei lavoratori, cominciando dal recupero del potere d’acquisto dei salari per evitare lo strozzinaggio delle banche. La nostra prospettiva politica è la realizzazione di una “repubblica dei lavoratori”, fondata sulla creatività e la forza del moderno proletariato europeo. L’alternativa alla rivoluzione è una società sempre più classista e violenta, dominata dall’usura e dalle guerre. Ecco cosa distingue il Pcl da progetti come Rivoluzione civile: noi vogliamo misure radicali e rivoluzionarie anticapitaliste».

Quanto costerà la sua campagna elettorale?

«Il Pcl è un partito che si mantiene con le quote mensili dei propri militanti. I soldi a disposizione sono quelli. Nel nostro programma di governo prevediamo l’equiparazione dello stipendio di deputato o di consigliere regionale all’assegno medio di un impiegato e la revocabilità permanente degli eletti da parte degli elettori».

Cosa occorre per un buongoverno di San Giuliano e dell’area metropolitana milanese? E quale è stato negli ultimi anni il contributo del Pcl?

« Il problema centrale di San Giuliano è che ogni questione viene affrontata come “emergenza”, mai con pianificazione. Con la scusa del problema Genia ereditato dalle precedenti amministrazioni non esiste una programmazione di lungo periodo. Un serio discorso a San Giuliano e nella periferia di Milano sarebbe la mappatura delle aziende che producono rischio alla salute. Ne abbiamo quindici solo a Sesto Ulteriano. Un altro problema devastante a San Giuliano e nelle realtà simili per collocazione rispetto a Milano è la prima abitazione. La gente, molti stranieri, è “espulsa” in zone sempre più esterne perché non ce la fa a pagare. Come Pcl siamo stati protagonisti insieme ad altri soggetti dei presidi contro l’insufficiente politica della casa, mai risolta da questo e altri comuni, viste anche le difficoltà finanziarie in cui sono stati spinti i comuni da una politica nazionale cieca».

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