«In tutti i Paesi europei è, oggi, contemplato un livello di governo intermedio - ha dichiarato il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, a margine dell’incontro sul tema “Basta bugie ai cittadini, parte l’operazione verità. La sfida delle Province del Nord” - È, in tal senso, impensabile che la Lombardia, il Piemonte o il Veneto non possano disporre di un ente così importante per gestire i territori. Il governo Monti, prima, e l’esecutivo Letta, adesso, hanno, invece, introdotto una falsa aspettativa sul possibile risparmio legato all’abolizione delle Province. Uno studio condotto dall’Università Bocconi sostiene, però, che il provvedimento determinerebbe la crescita della spesa. Basti pensare al costo prodotto dal trasferimento dei dipendenti alle Regioni o alla confusione generata in un Paese organizzato su base provinciale. Noi crediamo che sia necessaria una riforma complessiva dello Stato, che coinvolga tutte le istituzioni e le migliaia di società, enti parco, consorzi di bonifica e unioni di Comuni. Evitiamo, dunque, di gettare fumo negli occhi alla gente: questa logica di centralismo è contraria all’interesse cittadini, che sono sempre più lontani dalle scelte cruciali per i loro territori».
«Noi come Regione Lombardia - ha poi sottolineato il governatore Roberto Maroni - siamo in grado di stabilire e organizzare questo livello intermedio. Il Governo non deve abolire le Province e punto, ma deve delegare alle Regioni il compito di organizzare il proprio livello intermedio, semplificando e sburocratizzando».
«Due - spiega invece il commissario straordinario della Provincia di Lodi Cristiano Devecchi - sono le riflessioni che mi pongo da questa giornata. La prima è che, il modus operandi con il quale si sta tentando di modificare gli Enti sta drammaticamente evidenziando tutti i suoi limiti, facendo emergere un modello che assomiglia sempre più a quello siciliano. Un modello che azzera le Province per sostituirle con consorzi che, purtroppo, hanno rilevato l’aumento dei costi a fronte di una diminuzione dei servizi. La seconda riflessione, che vuole essere una drammatica provocazione, è che l’attuale Governo meriterebbe uno “sciopero degli enti” per far capire a tutti coloro che ritengono le Province un centro di spreco, cosa accadrebbe qualora si fermassero per una settimana e smettessero di erogare servizi ai cittadini: dalla manutenzione delle scuole, alla gestione delle strade. Forse, solo con un gesto forte come questo si comprenderebbe la reale importanza che le stesse rivestono nella quotidianità dei servizi essenziali offerti nei territori».
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