«Il patto di stabilità deve essere rivisto»

Gian Luigi Panigada, 69 anni, sindaco di San Colombano al Lambro nel 2004, rieletto cinque anni dopo per il centrodestra, è alla prima candidatura per il Pdl nella lista della Camera Lombardia 1 (n. 22). «Faccio politica per passione e non per viverci, partendo dall’amore per il territorio dove sono nato e risiedo da sempre», spiega a proposito di un inserimento nelle liste parlamentari che arriva dopo una lunghissima attività amministrativa sotto le colline, iniziata da consigliere e assessore negli anni ‘80 con le giunte Giovannelli. I due mandati consecutivi da primo cittadino ne fanno un altro esponente del “fronte degli amministratori”: quello che vuole portare a Roma l’esperienza graduale, di chi non ha saltato tappe del curriculum politico. Pensionato, sposato con due figli, Panigada è stato pendolare una vita per Milano, impiegato alla Unilever.

Se avesse piena libertà, dal 26 febbraio in poi, di fare una legge come sindaco e a nome dei sindaci, da quale inizierebbe?

«Comincerei sia dal radicale ripensamento del patto di stabilità, sia dalla revisione, per non dire totale abolizione, dell’Imu. Il primo meccanismo, cioè l’obbligo a risparmiare per quei Comuni che potrebbero anche non farlo, si sta rivelando una briglia intollerabile. In Italia gli enti locali sono quelli che determinano il 50 o 60 per cento della spesa per investimenti totali in opere: noi possiamo veramente dare una spinta all’economia, iniziando da piccola e media impresa locale. Per quanto riguarda l’Imu, è una tassa iniqua perché le abitazioni contate come prima casa sono gravate da mutui. E questo cambia tutto il profilo fiscale».

Dimezzare i parlamentari no?

«Senza dubbio: doppio dimezzamento. Del numero di senatori e deputati, e dell’indennità di carica».

Il Lodigiano sta subendo un terremoto industriale fortissimo. Anche il mattone si è bloccato...

«Effettivamente siamo in un periodo complesso nel quale molte tendenze sembrano esaurirsi e altre imporsi. Personalmente ritengo che il grande problema sia quello della pianificazione intercomunale. I Comuni devono pianificare aree logistico-industriali di consorzio, tutti assieme, non in ordine sparso facendo ciascuno la sua. E lì agevolare l’insediamento di aziende “fidelizzate” al territorio, quelle che vanno avanti di padre in figlio, che non delocalizzano».

Voi siete un enclave milanese a 20 km dal confine. Le province vanno abolite?

«In realtà l’abolizione, o forse la razionalizzazione, delle province sarebbe più una conseguenza di un altro atto, l’unione di comuni, che una misura in sè. Io invertirei l’ordine dei fattori. Quando i comuni piccoli metteranno in comune le funzioni, si creeranno comprensori così vasti da obbligare a ripensare anche le province».

Giù dalla torre: Beppe Grillo o Pierluigi Bersani?

«Grillo non mi piace. È la reazione a una malapolitica che chiama ad un esame di coscienza tutti noi dei partiti storici. È vero, abbiamo fatto tanti errori, ma proporre in alternativa il caos o la rabbia è peggio ancora».

San Colombano e l’Expo 2015, non potete mancare l’occasione...

«Con un tema come quello di Expo 2015 San Colombano deve esserci. Intendiamo in ogni modo proporre all’attenzione dell’evento il Plis della collina, il parco locale intercomunale, il circuito enogastronomico».

Emanuele Dolcini

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