Due morti sulla Lodi - Pavia

Scontro frontale ad alta velocità a Villanterio, una donna in prognosi riservata

Nessuno scampo per i conducenti: un autista di 44 anni e un architetto di 53

Due uomini morti sul colpo e una donna in gravi condizioni per uno scontro frontale («ad alta velocità» secondo la polizia stradale) tra due auto avvenuto alle 7.25 di ieri mattina in località Cà Pandina di Villanterio, a poche centinaia di metri dal territorio lodigiano.

Morto sul colpo tra le lamiere della sua Mercedes serie E il 44enne Vincenzo Cappello, autista e gruista originario di Realmonte (Agrigento) dove proprio stamattina avrebbe dovuto arrivare con la famiglia per le vacanze, dopo una notte di viaggio. Abitava da circa tre anni a Santa Cristina e Bissone e al momento dell’impatto viaggiava in direzione di Villanterio.

Spirato su una barella del “118” adagiata sull’asfalto, dopo un lungo tentativo di rianimazione, Alessandro Liuzzi, 53 anni, architetto milanese, che era alla guida di una Toyota Yaris e percorreva la ex statale 235 in direzione di Sant’Angelo. E in gravi condizioni all'ospedale Niguarda di Milano, dove è stata portata in eliambulanza, è la sua convivente, 43 anni, che ha ricevuto i primi soccorsi da un camionista, S.G., di Pavia, il quale l’ha aiutata a uscire dalle lamiere dell’utilitaria, scaraventata dall’impatto su un guard rail. «Ha sorpassato, ha sorpassato», continuava a ripetere sotto choc. La prognosi per tutta la giornata di ieri era riservata.

La dinamica è al vaglio della polizia stradale di Pavia guidata da Riccardo Peviani: si ritiene che uno dei due veicoli abbia invaso la corsia opposta, ma non è ancora chiaro per quale causa. I colleghi della Stradale di Lodi hanno tenuto chiusa la rotonda della Malpensata fino alle 10 per permettere rilievi e rimozione delle salme e dei veicoli. Tutto il traffico è stato deviato verso Inverno e Monteleone.

Cappello, lo ricorda da Realmonte un suo cugino, omonimo, «era un gran lavoratore. Qui da noi aveva lavorato in una fabbrica di mozzarelle, ma voleva stare meglio, lui e la famiglia, e per questo si era trasferito su al Nord, sempre con la speranza di trovare un posto buono nella sua Sicilia». Sposato e con due figli, un ragazzo di 18 anni e una ragazza di 16, che avevano preceduto di qualche giorno i genitori nel periodo di vacanza nell’Agrigentino, sembra fosse uscito di casa ieri mattina per un impegno a Milano. Perché stesse tornando verso il Pavese, è da chiarire.

Stava andando quasi sicuramente a Milano, via autostrada o utilizzando la via Emilia, invece, l'altra vittima, che a Costa Dè Nobili abitava solo da qualche anno, con la nuova compagna, ed era conosciuto come architetto, con un’attività in zona Lambrate. Aveva una figlia. Le salme sono in camera mortuaria a Pavia, a disposizione della procura della Repubblica.

Carlo Catena

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