Bankitalia, spunta la lodigiana Tarantola

Spunta il nome della lodigiana Anna Maria Tarantola, accanto a quello di Bini Smaghi, per il dopo Draghi alla guida di Bankitalia. La trattativa la starebbe portando avanti Gianni Letta, che ieri ha sondato per primo il Quirinale sul nome di Lorenzo Bini Smaghi. Ma Giorgio Napolitano ha sempre auspicato una scelta condivisa mentre Bini Smaghi sarebbe un nome che divide. Addirittura i componenti del Consiglio superiore - sostengono fonti ministeriali - qualora nella lettera fosse indicato il nome di Bini Smaghi voterebbero tutti no e ci potrebbero anche essere dimissioni di massa. Si aprirebbe così uno scontro senza precedenti. Per Berlusconi l’opzione Bini Smaghi potrebbe risolvere la “querelle” sorta con la Francia per il posto all’interno del consiglio della Bce. Nicolas Sarkozy si aspetta che entro il primo novembre il componente italiano lasci la poltrona ad un francese, ma finora ciò non è avvenuto. Ma, al di là delle perplessità istituzionali, ieri è stato il consigliere anziano Paolo Blasi a tracciare l’identikit della futura guida di Bankitalia: tra i requisiti ci deve essere «la garanzia che il candidato può dare sull’autonomia della Banca o la sua esperienza nell’attività dell’istituto che oggi ha soprattutto compiti ispettivi sulle banche in un momento di grande turbolenza». Un messaggio, viene riferito da fonti del Pdl, destinato a chi deve decidere in queste ore, visto che Berlusconi ha annunciato l’invio della lettera oggi, con l’indicazione del nome. Da qui l’ipotesi di Anna Maria Tarantola, nata a Casalpusterlengo, a palazzo Koch dal 1971 e attuale vice direttore generale di Bankitalia dal 20 gennaio 2009. Il presidente del Consiglio, viene riferito, è ancora tentato dalla pista Bini Smaghi ma potrebbe anche optare su una soluzione di compromesso. Dunque non è escluso appunto che si possa puntare proprio su una scelta interna (non si scarta del tutto neanche l’ipotesi Visco) che trovi ampia convergenza a livello istituzionale e politico e che garantisca gli equilibri del governo.

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