Vaccini Covid: le dosi sono arrivate ma adesso si naviga a vista

A Lodi ne erano attesi 1.900 con un taglio del 20 per cento, invece sono arrivate le solite 2.340 dosi ma la campagna riprenderà solo il 25 gennaio e manca un vero piano regionale

Avrebbero dovuto consegnarne 1900, il 20 per cento in meno del previsto, invece al momento del conteggio, non c’è stato alcun taglio. In provincia di Lodi, Pfizer, ha fatto sapere l’Asst, ha consegnato 2340 vaccini, ieri, esattamente come nelle tre settimane precedenti. Ieri mattina, alle 9, l’azienda ha fatto consegnare, davanti all’ex maternità l’intero quantitativo che dovrebbe servire per vaccinare, in una settimana, per la seconda volta, gli operatori sanitari che si sono vaccinati 20 giorni fa. In questi giorni, la campagna vaccinale è un po’ ferma. Il 25 gennaio riprenderà, appunto, con le seconde somministrazioni. L’amministrazione dell’Asst sta organizzando la seconda fase della campagna vaccinale, cercando di formare le nuove equipe vaccinali. Le vaccinazioni verranno eseguite ancora negli ambulatori dei 4 ospedali. Per Lodi, il punto vaccinale è stato allestito nella tenda di fronte all’ingresso secondario di via Secondo Cremonesi.

A breve, all’ospedale di Lodi, arriverà anche un nuovo freezer, in grado di conservare i farmaci fino a meno 20 gradi per il vaccino Moderna.

Nel Lodigiano, le vaccinazioni eseguite sono state, fino a ieri, 5729. L’incertezza nella consegna delle dosi rende l’Asst prudente nelle somministrazioni delle nuove persone. L’indicazione del commissario Arcuri è di mantenere comunque una riserva adeguata in freezer, per tutelarsi rispetto all’eventualità che non ci siano nemmeno le seconde dosi per chi ha fatto la prima, con il rischio di vanificare lo sforzo fatto.

Arriveranno intanto solamente settimana prossima i rinforzi di medici e infermieri promessi dalla Protezione Civile Nazionale per potenziare la campagna del vaccino Anti-Covid. In teoria i 1500 medici e infermieri reclutati dalla Protezione Civile Nazionale dovevano scendere in campo a partire da ieri, ma le ultime indiscrezioni riferiscono di uno spostamento alla settimana prossima, visto anche il rallentamento della campagna a causa dei ritardi nella consegna delle dosi da Pfizer. Già oggi o al più tardi domani dovrebbe però essere predisposto il piano per lo smistamento degli operatori supplementari nei territori, e si dovrebbe quindi capire quanti rinforzi saranno inviati in Lombardia, e in che modo poi saranno assegnati alle province.

La giunta regionale fa proposte nuove sui vaccini anti-Covid, come l’idea di coinvolgere i medici del lavoro direttamente sui posti di lavoro, ma al momento non c’è un piano regionale e non c’è stato alcun coinvolgimento delle Ats. Il problema vero è questo, secondo il consigliere regionale di Italia Viva Patrizia Baffi, che ha sottoscritto l’interrogazione a risposta immediata al nuovo assessore al Welfare Letizia Moratti.

«Non è ammissibile che la Lombardia non sia ancora dotata di un piano regionale per la vaccinazione anti-Covid - dichiara Patrizia Baffi -. Pur sapendo che dovrà essere costantemente in aggiornamento, il piano regionale deve essere al più presto formalizzato: la nostra regione deve mettere nero su bianco la programmazione della somministrazione delle dosi, dimostrando la capacità di mettere in campo un’organizzazione snella, che arrivi in modo capillare sui territori». Ma se manca un piano organizzativo generale, le lacune della programmazione si manifestano anche nella parte gestionale: «Le 65 strutture hub individuate da Regione per la somministrazione delle dosi non hanno ancora gli elenchi della popolazione over 80, la cui vaccinazione, prevista nella fase 2, dovrebbe partire tra poco più di una decina di giorni - rimarca Patrizia Baffi -. Parimenti le Ats non hanno informazioni sulla vaccinazione alle persone con disabilità, che dovrebbe partire al termine della fase 1, quindi tra pochi giorni».

I rilievi di Patrizia Baffi sono finalizzati a spronare il neo-assessore. «Auspico che le sollecitazioni esposte in questi giorni al nuovo assessore vengano recepite al più presto - conclude il consigliere regionale -. Ci apprestiamo ad avviare la campagna vaccinale a più ampio raggio sulla popolazione, e ciò richiede un’organizzazione decisamente più complessa rispetto alla somministrazione del vaccino all’interno di strutture sanitarie o di Rsa. La nostra regione, la più colpita dalla pandemia, non può farsi trovare impreparata: finché non ci sarà un piano regionale di vaccinazione anti Covid, non smetterò di ripeterlo in tutte le sedi opportune».

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