Un impianto che risale al 1982

Il depuratore della città del Barbarossa è entrato in funzione nel 1982, dopo tre anni di lavori. I tecnici del settore lo etichettano come un impianto di tipo “biologico a fanghi attivi”, ha una portata media giornaliera di 11mila metri cubi (pari cioè a 11 milioni di litri) e una potenzialità di trattamento di reflui civili e industriali pari a 45mila abitanti, un risultato raggiunto con il potenziamento avvenuto nel 2005.

Le acque reflue di Lodi viaggiano attraverso un reticolo di 140 chilometri di tubazioni interrate, in grado di trasportare gli scarichi dalle abitazioni ai grandi collettori di raccolta a servizio dei diversi quartieri. I collettori sono in tutto sette: San Grato, Porta Milano-Selvagreca, Rondò, Fanfani, Mazzini, Olmo e Cotta Baggia.

Tutti si riuniscono gradualmente in due grandi linee di trasporto verso l’impianto di depurazione, dove le acque vengono trattate e ripulite prima di essere immesse nella Roggia Molina.

Come funziona

Una volta entrate nell’impianto, le acque subiscono un trattamento primario: grigliatura grossolana, che serve per trattenere i rifiuti di grosse dimensioni sospesi nelle acque; grigliatura fine, che recupera i rifiuti di piccole dimensioni non trattenuti dalla prima operazione; dissabbiatura, l’eliminazione delle sabbie sul fondo delle vasche; disoleatura, l’insufflazione di aria nell’acqua per portare le particelle oleose in superficie, dove vengono raccolte in una vasca di scarico.

Successivamente, si passa al trattamento di depurazione biologica secondario, con il quale vengono eliminate le sostanze organiche contenute nelle acque, ad opera di batteri e protozoi. Il flusso è poi convogliato in vasche di sedimentazione, nelle quali si separano i fanghi dall’acqua depurata, immessa nella roggia Molina per confluire poi nel fiume Adda.

I fanghi prodotti dal processo di depurazione vengono sottoposti a fermentazione ad opera di batteri, in grado di demolire le sostanze organiche e produrre humus, e poi a disidratazione meccanica per ridurli di volume. Sono quindi trasferiti in appositi letti di stoccaggio, in attesa di essere consegnati a ditte autorizzate per l’utilizzo come compost in agricoltura.

I lavori per potenziarlo

Nel 2005 hanno preso il via i lavori per migliorare l’impianto, un investimento costato 1 milione 700mila euro necessario per risolvere problemi idraulici, sanitari e batteriologici. Per quanto riguarda il trattamento primario sono stati eseguiti diversi interventi, tra cui la sostituzione della griglia; nel caso del trattamento secondario è stato incrementato il volume delle acque reflue, con la costruzione di due nuove vasche di ossidazione-nitrificazione che hanno portato la capacità da 1.875 a 5.175 metri cubi, oltre all’installazione di un sistema di aerazione a diffusori a bolle d’aria, vincolati sul fondo delle vasche.

Per il trattamento terziario si è provveduto con la creazione di una vasca specifica di denitrificazione. Infine, sulla linea fanghi sono state sostituite le apparecchiature di disidratazione meccanica.

I progetti futuri

Oggi il 97 per cento delle utenze della città è collegato al depuratore. In particolare, tra il 2005 e il 2009, il sistema di collettamento è stato esteso nella zona del Pratello, via San Bassiano, piazzale Fiume, viale Trento Trieste, dorsale di viale Milano, San Fereolo e nell’area produttiva di San Grato, per un investimento complessivo di circa 3 milioni e mezzo di euro.

Sal, Società acqua lodigiana, gestisce il servizio idrico di Lodi dall’agosto 2009, dopo aver rilevato le reti e gli impianti da Astem; la società ha programmato un piano di interventi di circa 4 milioni di euro, finalizzato ad estendere la rete alle altre aree della città non ancora collegate e a potenziare ulteriormente il depuratore, che verrà portato ad una capacità operativa pari a 60mila abitanti.

Gli interventi interesseranno Riolo, Fontana, Cascina Incantonata, Campo di Marte, Cascina Carazzina, Cascina Polledra, Cascina Bracca, gli insediamenti oltre la tangenziale lungo la strada provinciale 23, viale Toscana e gli insediamenti della frazione Olmo, lungo la strada statale 9 (via Emilia).

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