Residence a cielo aperto all’ex macello di Lodi

Panni stesi e giacigli: la povertà alle porte del centro città

Panni stesi sulla recinzione di rete metallica attorno alla centrale del riscaldamento. Tutt’intorno ci sono carte e piatti di plastica e sacchi con dentro di tutto. Sotto la minuscola tettoia che circonda l’immobile di fronte tre uomini seduti, con lo sguardo perso nel vuoto, fisso sulla pioggia che scende inesorabile. Ognuno ha il suo posto: chi una sedia, chi un materasso arrotolato. E basta uno sguardo veloce per cogliere altre postazioni. È un residence a cielo aperto anche di giorno il parcheggio dell’ex macello, nella parte più remota dello spazio, ai confini con i grandi silos d’acciaio che servono mezza città e da cui parte l’autostrada sotterranea del calore. Da tempo qui si rincorrono le segnalazioni sul fatto che di sera la zona si trasforma con gli accampamenti improvvisati di chi non riesce a trovare posto al dormitorio. Presenze stabili anche di giorno, a due passi dal tribunale e dal centro città.

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