Pendolari prigionieri per 5 ore sul treno Milano - Piacenza, associazioni preparano esposti. Trenord si scusa

Balotta di Onlit chiede inchiesta di Regione Lombardia e non esclude segnalazione alla Procura, Codacons invoca risarcimenti

Anche Dario Balotta, storico sindacalista nelle Ferrovie e attuale presidente dell’Osservatorio nazionale sulla liberalizzazione dei Trasporti, medita di presentare un esposto alla Procura di Lodi sulla vicenda del treno di Trenord Piacenza - Milano rimasto fermo 5 ore in aperta campagna martedì sera a Tavazzano a causa di un guasto del convoglio, con un centinaio di pendolari rimasti al buio, impossibilitati a scendere. Balotta chiede a Regione Lombardia di aprire un’inchiesta, medita se ci siano gli estremi per un esposto alla Procura della Repubblica di Lodi e denuncia il “taglio” del numero di locomotive di soccorso che in passato, ai tempi delle Ferrovie dello Stato, erano sempre disponibili nei depositi nelle stazioni principali, con relativo personale. Il Codacons invece dà per certo un proprio esposto e si dice a disposizione per i viaggiatori che volessero chiedere rimborsi. La Procura della Repubblica di Lodi, accertato l’accaduto, non ravvisa per ora reati procedibili d’ufficio ma appare intenzionata a prendere in considerazione gli atti che perverranno.

Intanto Trenord ha fornito la sua ricostruzione di quanto avvenuto scusandosi con gli utenti: secondo l’azienda “Ieri il treno 10899 (Milano Certosa 17.51-Piacenza 19.02), per un guasto alla trazione del convoglio, dalle ore 18.40 è rimasto fermo in linea tra le fermate di Milano Rogoredo e Tavazzano.

La Sala Operativa di Trenord ha tempestivamente lavorato per procedere al recupero del treno guasto.

Il convoglio alle ore 23.30 è stato trainato a Tavazzano. Da lì i passeggeri – circa un centinaio – hanno potuto proseguire il viaggio sul treno Milano Greco Pirelli 23.12-Piacenza 00.23, a cui è stata assegnata la fermata straordinaria di Tavazzano. Trenord si scusa con i passeggeri per quanto accaduto”.

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