Parrucchiere da 70 anni, una vita a colpi di forbice

Lodi, Franco Macchioni ha iniziato a lavorare nel 1950

Una carriera lunga più di settant’anni quella di Franco Macchioni, parrucchiere da uomo dal 1950. Un pezzo di storia di Lodi vissuto con le forbici in mano, ad acconciare le teste e custodire confidenze dei clienti. Perché il lavoro di parrucchiere è molto di più di un semplice taglio di capelli: ma è fatto della fiducia dei clienti abituali, conquistata col tempo, amicizie e rapporti umani che vanno al di là della professione.

La storia di Franco nel mondo del lavoro prende il via a soli 13 anni con la prima esperienza da apprendista presso una bottega di via Borgo Adda. Un lavoretto che ha segnato il destino di un uomo, ancora oggi all’opera a dare manforte al figlio Claudio, titolare del parrucchiere Da uomo in viale Italia. Ma la vera svolta arrivò due anni dopo quando, approdato presso la bottega di Domenico Costa titolare del negozio in via Lodino, prese in mano le redini dell’attività cominciando la sua scalata nel mondo delle acconciature.

«Mi sono ritrovato ad essere titolare della bottega che ero solo un ragazzino – ricorda Macchioni, tornando indietro nel tempo -. Una grande soddisfazione ma soprattutto una bella opportunità di imparare un lavoro che mi ha regalato tante soddisfazioni nel corso degli anni».

Tra le conquiste che porta nel cuore, l’istituzione della prima scuola di parrucchieri del Lodigiano, il Calam, fondata insieme al fratello Erminio e altri professionisti del settore; poi, una specializzazione che ha avviato i fratelli alla manutenzione dei parrucchini, unico negozio sul territorio.

Ora che le forbici sono passate di padre in figlio, all’età di 85 anni Franco ricorda le gioie di tanti anni di lavoro: «Tanti i clienti che sono rimasti fedeli – commenta – e che mi hanno seguito anche dopo l’apertura del negozio in via Volturno, chiuso poi nel 2002. Tanti anche i personaggi illustri: Lorenzo Guerini era un ragazzino quando gli tagliavo i capelli e si discuteva di politica».

E anche ora che la pandemia è sopraggiunta a rimescolare le carte, Franco e il figlio Claudio sono ancora sulla cresta dell’onda: «Durante il lockdown che ha bloccata il nostro settore abbiamo riscoperto la possibilità di vivere la famiglia, cambiando la routine quotidiana che ci vedeva sempre al lavoro – commentano padre e figlio -. Ora abbiamo ricominciato a lavorare bene, sempre e solo su appuntamento per garantire la sicurezza dei locali».n

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