Parco tecnologico, rischia anche Tarenzi

(27 giugno) «Le dimissioni del professor Salamini, che ringrazio per il lavoro svolto, devono rappresentare un punto di svolta affinché si giunga a un rinnovamento del management del Parco tecnologico padano». Le parole del consigliere regionale leghista ed ex presidente della Provincia, Pietro Foroni, sono arrivate ieri, all’indomani delle affermazioni di Francesco Salamini. Il professore aveva confermato le proprie dimissioni dalla vice presidenza della Fondazione Ptp a seguito delle dure accuse sull’operato del centro di ricerca lodigiano lanciate dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava. Foroni non ha fatto nomi, ma è evidente che il messaggio di rinnovamento è indirizzato all’attuale consigliere delegato della Fondazione Ptp, Gino Tarenzi. Anche perché - e qui Foroni ha fatto nome e cognome, sbilanciandosi - «John Williams, direttore dei gruppi di ricerca del Parco, è bravissimo e deve rimanere».

«L’attuale management - ha aggiunto l’ex presidente della Provincia - ha avuto il merito storico di far nascere e crescere il Parco, siamo però arrivati a una fase nella quale il centro di ricerca deve cambiare il proprio modo di operare e avviare un rinnovamento generazionale nei ruoli di comando, perché sono cambiati il periodo storico e il quadro economico di riferimento».

(26 giugno) Sul “caso” del Parco tecnologico padano di Lodi intervengono il sindaco di Lodi Simone Uggetti e il presidente del gruppo Pdl in consiglio regionale, Claudio Pedrazzini. Ieri, a seguito dell’attacco del nuovo assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, il fondatore Francesco Salamini si è dimesso dalla carica di vice presidente della Fondazione Parco tecnologico padano e dalla presidenza del Comitato scientifico della medesima fondazione.

Il sindaco di Lodi definisce «motivazioni grossolanamente superficiali» quelle alla base delle parole dell’assessore regionale. «Mi sembra che Fava, da poco assessore, non sia pienamente a conoscenza della questione – afferma Uggetti – Il Ptp è una realtà apprezzata a livello mondiale, partecipa a importanti programmi di ricerca con altre prestigiose istituzioni scientifiche e lavora su commissione di grandi industrie alimentari e di ministeri e dipartimenti governativi di molti Paesi stranieri».

Pedrazzini si dichiara invece rammaricato dalle dimissioni del professor Salamini, ma precisa: «Sono convinto che negli ultimi anni il Parco avrebbe dovuto cogliere più opportunità e muoversi con maggiore determinazione in campo internazionale per creare partnership e recuperare risorse attraverso cui autofinanziare la ricerca e l’attività di sostegno alle imprese». E continua: «Il Parco Tecnologico Padano è una risorsa per il territorio lodigiano e per l’intera Lombardia ma, a solo due anni da Expo 2015 e di fronte alla concorrenza agguerrita di altre strutture europee, è necessario cambiare marcia e guardare con maggiore convinzione a un orizzonte internazionale e meno Lodi-centrico».

«Le dimissioni del professor Salamini, che ringrazio per il lavoro svolto, devono rappresentare un punto di svolta affinché si giunga a un rinnovamento del management del Parco tecnologico padano». Le parole....

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