Lorenzo Guerini: «Santa Chiara

rimanga nelle mani dei lodigiani»

«Pubblica e locale, al servizio della comunità.

La trasformazione in Fondazione è l’unico modo per salvaguardarla, perché non esistono alternative»

Sul futuro di Santa Chiara ospitiamo un intervento di Lorenzo Guerini, già sindaco di Lodi e deputato al Parlamento.

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Pubblica e locale, al servizio della comunità. Così è sempre stata Santa Chiara e così deve rimanere, perché è un patrimonio di solidarietà e di storia che appartiene ai lodigiani e che i lodigiani hanno sempre sostenuto, dimostrando di comprenderne l’importanza e di avere a cuore una struttura nata per assistere chi fa parte di questa comunità nel momento della sua esistenza, quello dell’anzianità, in cui è più fragile.

Se questi sono gli obiettivi che la comunità vuole raggiungere per il futuro di Santa Chiara, la trasformazione in Fondazione è l’unico modo per farlo, perché non esistono alternative. Se la proposta di istituire una Fondazione che il consiglio di Santa Chiara presenterà alla Regione non verrà accettata, la Casa di Riposo cesserà di essere dei lodigiani e da maggio (quando i vertici dell’istituto esauriranno il loro mandato) sarà gestita direttamente da Milano, a partire dalla nomina del direttore generale, che sarà il vero e unico responsabile delle scelte e delle decisioni che riguardano la vita di questa storica e fondamentale istituzione assistenziale, dal costo delle rette all’organizzazione del personale, dai servizi sanitari per gli ospiti al patrimonio.

La scelta della Fondazione consentirebbe invece di mantenere la piena competenza della città sulla sua Casa di Riposo, con un legame ancora più stretto con la realtà locale ed un coinvolgimento totale del Comune, proprio a garanzia della responsabilità che la comunità lodigiana nel suo complesso vuole assumere nei confronti di Santa Chiara.

D’altra parte, è proprio per questo senso di responsabilità che in questi anni Santa Chiara ha affrontato e realizzato uno straordinario percorso di riqualificazione e di miglioramento dei servizi, offrendo oggi ai suoi ospiti non solo un ambiente accogliente, ma soprattutto un’assistenza che va ben oltre i livelli essenziali richiesti per l’accreditamento regionale e che in un futuro slegato dalla città non sarebbero garantiti, come invece fa, in modo chiaro e incontrovertibile, lo statuto della Fondazione (assistenza medica e infermieristica integrale lungo tutto l’arco della giornata, riabilitazioni, assistenza ai malati terminali, prevenzione e cura delle sindromi demenziali, Centro Diurno Integrato, ricoveri temporanei di sollievo per fornire un sostegno alle famiglie, assistenza domiciliare integrata e cure palliative). Tutto ciò è stato possibile perché Santa Chiara ha sentito la vicinanza ed il sostegno della città e delle sue istituzioni, attrezzandosi per dare sempre nuove e migliori risposte a sempre nuove e più complesse domande di assistenza, valorizzando anche, proprio in nome di questo legame, la preziosa risorsa del volontariato, che oggi alla Casa di Riposo è una presenza “familiare” e un domani potrebbe invece essere considerata estranea.

Santa Chiara è un “sistema” che funziona nella misura in cui tutti gli elementi che lo compongono condividono gli obiettivi e collaborano al loro raggiungimento, un requisito che nella storia della Casa di Riposo è sempre stato soddisfatto, perché questa storia è legata profondamente a quella della città. Anche il modo di interpretare il proprio ruolo di chi a Santa Chiara lavora si distingue per questo intenso coinvolgimento, che si spinge ben oltre il dovere professionale: è la consapevolezza di svolgere un servizio fondamentale per tutti.

Il personale è dunque una risorsa determinante per fare della Casa di Riposo una struttura di eccellenza e nel progetto del futuro di Santa Chiara non può che avere una funzione centrale; è per questo che nel processo di trasformazione da Asp a Fondazione sono previste precise garanzie per i dipendenti, certi di conservare tutte i diritti contrattuali in essere e di poter accedere ai benefici di quelli che saranno stabiliti negli anni a venire con i rinnovi di categoria; certi, soprattutto, che quando un’intera comunità si impegna per investire nello sviluppo e nella valorizzazione della sua Casa di Riposo lo fa contando sul contributo determinante di chi quotidianamente opera per mantenere gli elevati livelli di qualità della struttura.

Il percorso che porta a difendere e consolidare il legame tra Santa Chiara e i lodigiani è chiaro e aperto: per il bene di tutti dobbiamo portarlo alla meta.

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