Lodi, l’appello di Quadraroli dopo il rogo: «Salvate l’anima della cattedrale»

La richiesta è quella di prendersi cura delle querce, tutto ciò che rimane dell’opera di Giuliano Mauri

«Salvare l’anima e lo spirito della Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri». Perché l’opera non si è del tutto dissolta, anzi. L’anima è ancora lì, nell’area ex Sicc, su quel terrapieno che fino ai primi crolli del 2018 faceva da pavimento naturale alla cattedrale laica a cinque navate, con le sue 108 colonne in legno a scandirne gli spazi e costruire le atmosfere, che celebrava il genio dell’artista lodigiano. All’alba di martedì, una parte sostanziosa di quel materiale è andato in fumo, ma non si è dissolto anche il “disegno” dell’artista lodigiano, che rimane nelle querce messe a dimora all’interno delle colonne. L’appello affinché ci si prenda cura di quel che resta della cattedrale vegetale, all’indomani del rogo, arriva dall’esperto d’arte Mario Quadraroli. «In tutte le sue opere Mauri seminava qualcosa che doveva rimanere nel tempo e sopravvivere oltre il costruito dell’opera - spiega Quadraroli - : basta guardare alla cattedrale vegetale in Val di Sella, dove i carpini messi a dimora sono alti 8 metri. Lì si potrebbero già liberare le piante dalla struttura lignea delle colonna che le circonda e sarebbero gli esemplari a restituire gli spazi delle cattedrale vegetale. A Lodi purtroppo le colonne se sono andate troppo in fretta e le querce a dimora non hanno avuto modo di crescere a sufficienza, ma ci sono. Gran parte delle querce sono ancora a dimora, non sono moltissime quelle che oggi non ci sono più, e alcune di esse hanno già raggiunto i due metri. Ecco, questo piccolo bosco va curato e preservato, per più ragioni».

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