Lodi, investe centauro e fugge

Ha un diverbio con due motociclisti mentre è in transito con la sua auto sulla tangenziale di Lodi, ne urta uno e lo spedisce a terra mentre il secondo, che cercava di raggiungerlo, finisce a terra anche lui lungo la strada. Poi se ne va a casa a Livraga come se nulla fosse fino a quando un paio d’ore più tardi lo raggiungono i carabinieri e la polizia locale di Lodi: sono queste le pesanti accuse mosse a G.R., 43enne di Livraga, al centro del movimentato sabato pomeriggio sulla ex strada statale via Emilia nel tratto fra la rotonda di via San Colombano e lo svincolo per San Martino.

La ricostruzione della vicenda inizia con la chiamata al “118”, ai carabinieri e alla polizia locale sabato pomeriggio poco dopo le 16. I fatti raccontano di un uomo di 43 anni, G.R. di Livraga, che a bordo della sua Renault Megane stava transitando lungo la tangenziale di Lodi in direzione Piacenza, probabilmente per raggiungere la propria abitazione.

Durante il tragitto però ha avuto un diverbio con due motociclisti, pare per una questione di precedenza non data o forse per un sorpasso un po’ azzardato da parte di uno dei due. La dinamica non è molto chiara, ma dopo nemmeno un centinaio di metri, nella zona della rotatoria per San Colombano, la vettura Renault Megane ha urtato uno dei due motociclisti, il ventiseienne F.A. di Mozzanica nella Bassa Bergamasca, facendolo finire a terra. Dopo l’urto, l’automobilista ha proseguito la sua corsa senza nemmeno accennare a fermarsi e così l’altro centauro, fratello 36enne del primo motociclista, l’ha inseguito per alcune decine di metri mandando a memoria il numero di targa e cercando di raggiungerlo per costringerlo a fermarsi.

Prima di immettersi nella strada provinciale “Lodigiana”, però, è caduto a terra a sua volta per non essere riuscito a frenare in tempo. Entrambi i fratelli sono stati soccorsi dal “118”, intervenuto con automedica e ambulanza, e quindi portati all’ospedale di Lodi dove a uno dei due è stata riscontrata la frattura della clavicola. Intanto, il maggiore dei due fratelli bergamaschi aveva dato a polizia locale e carabinieri la descrizione dell’auto e la targa, raccontando che l’urto con la prima motocicletta sarebbe avvenuto intenzionalmente da parte dell’automobilista.

Grazie agli elementi raccolti, le forse dell’ordine si sono presentati prima di sera a Livraga, nell’abitazione di G.R., contestandogli i fatti. L’uomo avrebbe negato l’accaduto, spiegando di non essersi accorto di nulla e che, se urto c’era stato, era stato del tutto involontario. È stato quindi deferito alla Procura della Repubblica di Lodi per i reati di lesioni, fuga e omissione di soccorso, mentre gli è stata posta sotto sequestro l’auto e ritirata la patente di guida.

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