Lodi, a scuola con le regole anti-Covid:
sui banchi oltre 6250 studenti

Si torna in aula tra il 7 e il 14 settembre, ma gli istituti hanno fame di spazi

Oltre 6mila 250 alunni si siederanno nei banchi, nei cinque istituti comprensivi della città. Dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado, i presidi delle scuole lodigiane coordinate dal provveditore Yuri Coppi sono al lavoro dall’inizio di luglio per ragionare su come garantire alle famiglie il tempo pieno, le distanze di sicurezza sanitaria, il numero adeguato di insegnanti e bidelli. Elementari e medie apriranno i cancelli il 14 settembre, la materna il 7. Sul resto non mancano incertezze. La mascherina sarà obbligatoria dai 6 anni in su per studenti e personale scolastico. Gli alunni potranno portarla da casa. Si potrà togliere solo quando sarà rispettata la distanza di un metro tra una persona e l’altra.

Dal 24 agosto inizieranno i test sierologici sul personale scolastico. I test dovranno essere terminati una settimana prima dall’inizio della scuola, ma saranno su base volontaria. Per effettuarli la Regione si appoggerà ai medici di famiglia che effettueranno il prelievo di sangue con il sistema del pungidito. Se il test sarà positivo verrà effettuato il tampone nel giro di 48 ore. Nel caso di un alunno sintomatico, dopo averlo accompagnato in un’aula singola, si chiameranno i genitori per il rientro a casa. Verrà avvisata l’Ats ed effettuato il tampone. Se l’alunno sarà positivo, verranno comunicati all’Ats i nomi dei contatti dell’alunno. Tutta la classe, docenti compresi, verrà messa in quarantena. L’alunno potrà tornare in classe solo dopo due tamponi negativi a distanza di 24 ore e se nella classe il numero dei positivi supererà il 30 per cento, sarà attivata la didattica a distanza.

Negli istituti comprensivi di Lodi, in questi giorni, i presidi sono ancora a caccia di nuovi spazi per garantire il distanziamento. I dirigenti hanno chiesto centinaia di banchi in più, alcuni lavori di adeguamento degli spazi sono in corso, mentre resta al momento irrisolto il problema degli spazi all’Ada Negri e al Cazzulani. Il preside Demetrio Caccamo ha chiesto il trasferimento dell’Einaudi, che occupa il terzo piano dello stabile, o l’attivazione per l’Einaudi della didattica a distanza. La preside dell’Einaudi Laura Majocchi, dal canto suo, ha chiesto il trasferimento dei suoi alunni al Parco tecnologico padano dove sono presenti anche le cucine. «Sarebbe un sogno - ha detto -, in ogni caso per noi resta fondamentale la didattica in presenza. Un po’ di didattica integrata digitale va bene, ma gli alunni hanno bisogno di interagire nella realtà».

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