Lodi, 100mila euro per rifare il look alla casa del manager

Circa 100mila euro per ristrutturare l’appartamento destinato al direttore generale dell’Azienda ospedaliera. All’ex Fissiraga, sopra all’ufficio tecnico di via Cavour 58, l’ospedale ha fatto ristrutturare, a spese sue, quello che chiamano, il “locale di servizio”. L’appartamento, usato dal manager Giuseppe Rossi, si apre su un ingresso con una parete frontale in pietre a vista che si alza fino a raggiungere il piano superiore. A sinistra, il camino e di fianco una panca dove il manager, che è musicista nella blues band del ministro degli interni Maroni, appoggia la sua chitarra. A illuminare gli spazi i faretti applicati al soffitto, a raffreddarlo il condizionatore a muro; sul pavimento il parquet Listone Giordano; la cucina è in ceramica bianca, davanti al blocco cottura il tavolo a muro con sgabelli regolabili a pulsante che contrastano con l’arancione delle pareti. In soggiorno, dipinto di azzurro, in stucco spatolato, un tavolo in vetro con quattro sedie in tela, divano rosso e mobile - scaffale in acciaio per la tv. Una stanza da letto, con armadio verde e due letti singoli completano il primo piano, oltre a un elegante bagno con doccia. Una scala a chiocciola in parquet e ringhiera in ferro porta alla mansarda. Sul soffitto travi a vista, di fronte al letto la finestra che si spalanca sui tetti.

Il letto a due piazze si accompagna a due comodini azzurri, piccolo tavolo e sedia. Il riscaldamento è a pannelli radianti nascosti dal pavimento: «Costa un po’ di più - spiega il responsabile dell’ufficio tecnico Maurizio Bracchi -, circa 3 mila euro, ma si risparmia un terzo di metano. L’acqua viaggia a 35 gradi invece che a 65. L’appartamento è di circa 80 metri quadri; per le opere edili abbiamo speso 27mila 500 euro - spiega l’architetto Maurizio Bracchi -; i lavori sono stati eseguiti da personale dell’azienda; 19mila euro sono i fondi spesi per i pavimenti in parquet e la parete in pietra, 15 mila per la scala a chiocciola, 5mila 500 per la revisione degli impianti, 14mila per la cucina e 120mila per il tetto, ma quest’ultima cifra riguarda tutto lo stabile di via Cavour».

Secondo il direttore Giuseppe Rossi non c’è nessuno scandalo nell’utilizzo da parte sua del locale rimesso a nuovo, anche se non paga l’affitto e la concessione di spazi per l’alloggio non è prevista nel contratto dei direttori generali.

«È un appartamento di servizio dell’Azienda ospedaliera, che io sto utilizzando - dice Rossi -, due sere alla settimana, quando mi fermo a Lodi. Non è casa mia, non pago l’affitto. È collocato in mezzo agli uffici. Ha preso tutte le decisioni Bracchi. Non ho fatto ristrutturare l’appartamento per me stesso, poi dopo di me sarà destinato ad uffici, probabilmente. Non ho scelto io di mettere la lavatrice e la lavastoviglie. Non le uso nemmeno. È lui che si occupa delle scelte tecniche, in autonomia, noi non interveniamo. Non voglio scaricare le responsabilità su Bracchi, ma io davvero non c’entro. A parte la cucina, poi, gli altri mobili sono tutti interscambiabili. Le spese per le pulizie sono pagate da me: viene una persona una volta alla settimana». La decisione di ristrutturare l’appartamento, spiega Bracchi, «è arrivata in seguito alla grave situazione nella quale versava il locale. C’erano tutti i documenti dell’archivio - spiega - e i solai stavano cedendo, la situazione era tragica. Non possiamo far crollare un edificio del ‘700. Abbiamo fatto i lavori di manutenzione e, a quel punto, ci siamo chiesti se metterlo a reddito, come gli altri appartamenti, o destinarlo a locale di servizio. Sono contento che si sia optato per questa seconda scelta. È proprio sopra il nostro ufficio, non è compatibile con altri inquilini: vorrebbe dire gente che va e viene nel nostro ambiente di lavoro. Già il vecchio amministratore del Fissiraga, il dottor Vagni, che vi abitava fino a quando è andato in pensione diversi anni fa, l’aveva destinato a questa funzione. Non abbiamo speso molto, i letti sono quelli che avevamo comprato per gli infermieri e i locali restano. Ci tengo a mantenere in buono stato i beni ospedalieri, soprattutto se sono di valore come nel caso del Fissiraga».

Nel 2008 quando è stato nominato a Lodi Rossi usava un altro appartamento, all’interno del Fissiraga, quello che si affaccia sul cortile, nella casa di ringhiera dove alloggiano anche altri inquilini, leggermente più piccolo. «L’abbiamo ridipinto e abbiamo appoggiato un pavimento in legno - spiega Bracchi -; credo che avessimo comperato la cucina, che è ancora nuova, per gli appartamenti degli infermieri». Completamente nuovo, tutto in mattonelle blu, anche il bagno con doccia. «Era abitato da Rossi in attesa che fossero terminati i lavori nel locale attuale - spiega Bracchi -; avrebbe dovuto essere occupato dal sacerdote, visto che i suoi locali, presso l’ospedale, erano coinvolti dai lavori. Lui poi ha deciso di trasferirsi in seminario e l’appartamento è rimasto vuoto. Adesso credo che lo affitteremo».

«La decisione dei lavori - aggiunge Rossi - è stata presa in occasione del crollo dei cornicioni dal lato della strada. Bracchi ha fatto un ottimo lavoro».

Cristina Vercellone

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