Iper aperti, “scintille” con i sindacati

Braccio di ferro tra sindacati e centri commerciali, che oggi terranno comunque la saracinesca aperta in tutto il territorio. Scatenando, naturalmente, una feroce polemica sull’opportunità di tenera aperta l’attività anche in occasione del 25 aprile. Anche nel cuore di Lodi alcune attività hanno deciso di lavorare e per avvisare i clienti dell’opportunità nei giorni scorsi hanno esposto un avviso in vetrina.

La vera “resa dei conti”, però, almeno per quanto riguarda il Lodigiano, è prevista per domani, quando in Provincia si terrà un confronto tra l’amministrazione Foroni, la grande distribuzione, le associazioni di categoria e le parti sociali.

«Sarà l’occasione per fare il punto della situazione, anche dopo il lavoro svolto all’inizio dell’anno - afferma Sonia Curti, segretario provinciale della Fisascat Cisl -, affrontando i diversi problemi. Fino a questo momento, infatti, nel settore non c’è stata nuova occupazione, anzi, ci sono alcune attività che hanno aperto la procedura di mobilità, quindi ci chiediamo come faranno a tenere aperti anche solo un giorno in più. Inoltre, siamo in attesa di conoscere i dati relativi al fatturato, non siamo affatto convinti che le catene guadagnino di più». Catene che in ogni caso non rinunceranno al lavoro durante le celebrazioni per la festa di Liberazione. «Tecnicamente - commenta la Curti -, c’è una legge che lo permette e ogni attività è libera di fare ciò che vuole. Personalmente, però, credo che così come si è liberi di tenere aperto, si è anche liberi di tenere chiuso. Tutto dipende dalla direzione che questa società vuole seguire».

Nessuno scontro a priori, ribadiscono i sindacati, ma almeno la possibilità di raggiungere un accordo con la grande distribuzione, definendo per esempio all’inizio dell’anno una sorta di “calendario”. «In generale - dichiara Domenico Campagnoli, segretario provinciale della Cgil -, le aperture festive, se limitate a casi eccezionali, possono essere condivise. Dati alla mano, però, molte domeniche dal punto di vista economico hanno un segno negativo: le spese per il personale e per il riscaldamento superano il ricavato. Senza contare che in una situazione di crisi i consumi non aumentano».

C’è poi il punto di vista dei lavoratori da prendere in considerazione: «Per molti si tratta di lavorare qualche ora in più, ma è solo precarietà e flessibilità aggiuntiva - aggiunge Campagnoli -. Ci sono alcune feste, come il 25 aprile e il Primo maggio, che i lavoratori devono poter festeggiare. Ci deve essere la possibilità di concordare le aperture, l’Auchan, per esempio, ha chiesto qualche giornata aggiuntiva nell’ambito dei contratti di solidarietà siglati con i sindacati ed è stata concessa. La giornata di riposo ha un valore da tenere in considerazione. I figli è meglio portarli all’aria aperta e non nei supermercati».

La Uil si unisce al coro, ribadendo un secco “no” alla decisione di aprire le porte dei negozi per il 25 aprile e per il primo Maggio.

Il segretario provinciale Santo Bolognesi ritiene che sia sbagliato tenere aperto nelle festività, sia laiche che religiose: «Chi è assunto in questi casi lavora il doppio - afferma -, senza che ci sia un reale aumento dell’occupazione. In tempi di recessione, poi, questo non mi sembra lo strumento adatto per far crescere i consumi. Sono decisamente contrario all’apertura e allo sfruttamento dei lavoratori».

Greta Boni

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