Il virus colpisce duro nei luoghi di lavoro: 442 i casi registrati in tutto il Lodigiano

I dati Inail registrano due decessi e un’incidenza del 2,5 per cento del territorio sul dato lombardo

Lorenzo Crespiatico

Il Covid-19 colpisce ancora, anche sul luogo di lavoro: secondo i dati del report Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro), al mese di giugno nel Lodigiano si sono verificati 442 casi di contagio al lavoro, due dei quali con esito mortale.

Per la maggior parte sono donne (303 contro 139 uomini) della fascia dai 50 ai 64 anni (226). Seguono le fasce 35-49 anni (156), 18-34 anni (51), oltre i 64 anni (9). Il Lodigiano quindi rappresenta da solo il 2,5 per cento del dato lombardo.

Rispetto alla data di rilevazione del 31 maggio in Lombardia le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentati di 1.332 casi, gli eventi mortali di 19 casi, per un totale di 18.032 denunce e 113 decessi. A livello nazionale il dato complessivo sfiora i 50mila. Sempre a livello lombardo, le professioni più colpite tra i tecnici della salute sono infermieri (80,9 per cento), tra le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali sono operatori socio sanitari (98,9 per cento), tra le professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati operatori socio assistenziali (90,8), tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari ausiliari ospedalieri (53,3) mentre il 38,5 per cento sono ausiliari sanitari portantini. Il 79,9 per cento delle denunce codificate per attività economica (Ateco) riguarda, com’era prevedibile, il settore “Sanità e assistenza sociale”, tra cui gli ospedali, le case di cura e di riposo incidono per l’85,6 per cento. Seguono i settori “Attività manifatturiere”, con il 5,3 delle denunce codificate, “Noleggio e servizi alle imprese”, con il 3,4, “Attività dei servizi di alloggio e ristorazione”, con il 2 per cento delle denunce. I decessi riguardano principalmente il personale sanitario e assistenziale e le denunce con i settori più colpiti, secondo i codici Ateco, sono “Sanità e assistenza sociale” (29,5 per cento), “Attività manifatturiere” (18) e “Trasporto e magazzinaggio” (11,5). Alla data del 30 giugno registrate, a livello nazionale, 965 denunce in più rispetto al mese precedente. I casi mortali sono 252 (+16), concentrati soprattutto tra i lavoratori over 50. La Lombardia è la regione più colpita, con oltre un terzo dei casi denunciati (36,1 per cento) e il 44,8 per cento dei decessi. Nel dettaglio, il 30,2 per cento dei 18.032 contagi sul lavoro denunciati nel territorio lombardo riguardano la provincia di Milano, ma con 32 decessi la provincia di Bergamo conferma il primato negativo per i casi mortali, seguita da Milano (22), Brescia (20) e Cremona (16).

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