I condizionatori in tilt al Maggiore

L’impianto di raffreddamento di tutto il presidio si è bloccato lunedì sera. L’aria fresca ha ripreso a soffiare ieri a mezzogiorno. Pazienti del Cup in affanno

Ospedale al caldo per un giorno. È successo al Maggiore di Lodi, proprio quando l’afa dell’estate ha preso a pulsare con insistenza in pianura Padana.

Lunedì sera, il nuovo impianto di raffreddamento di tutto il presidio è andato in tilt. Gli operatori ieri mattina erano preoccupati che anche le apparecchiature si fermassero. A soffrire avrebbero potuto essere le strumentazioni particolarmente sensibili del laboratorio analisi, ma gli operatori sanitari erano preoccupati anche per il funzionamento della Tac. Già in passato, infatti, prima dell’avvento dell’aria condizionata in radiologia, l’apparecchio per la tomografia assiale computerizzata andava spesso in tilt.

Per fortuna, da quanto si è potuto apprendere, le macchine ieri non hanno avuto problemi.

A soffrire, invece, sono state le persone ricoverate nei reparti medici e cardiologici in particolare, e soprattutto gli ammalati che alla mattina riempiono il nuovo padiglione d’ingresso per le analisi del sangue e il pagamento dei ticket.

Intorno alle 8 di ieri mattina è partito l’allarme all’ufficio tecnico.

Il caldo e la grande quantità di persone presenti hanno portato la memoria a quando, fino a pochi mesi fa, i prelievi venivano effettuati al caldo, nell’ex dispensario di via Mosè Bianchi.

«Capita che gli impianti si interrompano - spiega il responsabile dell’ufficio tecnico Maurizio Bracchi -. Questa mattina (ieri, ndr), abbiamo resettato il condizionatore e l’impianto ha ripreso a funzionare. È chiaro che prima che entrasse a regime in tutto l’ospedale c’è voluto un po’ di tempo. Non è la prima volta che succede. Magari c’è uno sbalzo di tensione sulla linea e l’impianto si spegne. Niente di particolare».Dopo mezzogiorno le camere hanno incominciato a raffreddarsi come prima.

Nei giorni scorsi anche la nuova scala mobile del padiglione d’ingresso, che è stata rallentata, ha subito un altro stop. «Non è la prima volta - dice Bracchi -, ma non succede così spesso». Per modificare la velocità delle rampe sono stati installati ex novo degli impianti di “stop and go” che ogni tanto vanno in tilt.

Cristina Vercellone

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