Furti troppo facili nelle scuole

Per ostacolare i ladri non si fa nulla. A dirlo è il dirigente dell’istituto comprensivo 2° di Lodi Rosy Prudente. «Basterebbe un sistema di allarme collegato alle forze dell’ordine - commenta -, in particolare in quegli istituti come il nostro circondati solo dalle vetrate». Il grido di allarme arriva all’indomani del furto di computer e apparecchi collegati alle lim, le lavagne interattive multimediali, dalle scuole elementari Pascoli di via Veneto. Un furto avvenuto lo scorso week end, durante il quale sono andati in fumo molti lavori eseguiti dagli alunni e dalle insegnanti. Per ottenere le lavagne la scuola si era fatta carico di un lavoro supplementare e ora sperava in un ulteriore finanziamento per potenziare le strumentazioni.

«La notizia del furto mi ha colto di sorpresa lunedì, mentre mi trovavo a Milano per lavoro - commenta la dirigente -. La rabbia, il senso di impotenza dovuto alla considerazione che nulla si fa per ostacolare il fenomeno (basterebbe un sistema d’allarme collegato alle forze di polizia per quei plessi, come il nostro, spesso protetti da semplici vetrate), la gestione di tante emergenze mi hanno impedito di dare un segnale immediato. Rubare ai bambini è un atto infame: si sottraggono loro strumenti necessari a migliorare il processo di apprendimento e a facilitare l’attenzione e la concentrazione, spesso difficili da catturare attraverso la lezione frontale.

Ora, senza pc e prive di videoproiettori, tre classi si trovano sprovviste dei supporti necessari ad operare con la Lim. La reazione degli alunni alla scoperta del furto è stata di sconforto, di reale dispiacere. Un’insegnante di II mi ha riferito la preoccupazione dei bambini per il lavoro perduto, in quanto memorizzato sui supporti informatici, e per le ripercussioni negative sull’attività didattica. Quasi certamente i ladri ricaveranno “quattro soldi” dalla cessione dei beni a ricettatori senza scrupoli; alla scuola, invece, il danno costerà molto. Ancor di più costerà ai bambini verificare che esistono persone pronte a rubare loro non solo beni materiali, ma pure la fiducia negli altri e nel rispetto dei valori a cui da sempre ci sforziamo di educarli».

Le Pascoli non sono l’unica scuola senza sistema di allarme. Anche la media don Milani, fino a poco tempo fa sorvegliata da un custode, ora è senza vigilanza. La presenza però di lezioni serali funziona da deterrente.

«Alla media Cazzulani di viale Vignati - spiega la dirigente Giusy Moroni - abbiamo un custode, ma sono d’accordo con il dirigente del comprensivo 2°, il sistema d’allarme sarebbe più utile. La scorsa estate ci hanno sottratto un portatile. Le entrate, nel nostro istituto, sono numerose».

Al Bassi, dice il preside Corrado Sancilio, «è presente un sistema d’allarme collegato alle forze dell’ordine», così come al Vegio, all’Itis Volta e al Gandini. «Per quanto riguarda l’Itis - commenta la preside Luciana Tonarelli - stiamo pensando di mettere anche un sistema di videosorveglianza, per proteggerci ulteriormente».

Il Pandini di Sant’Angelo è una delle scuole più gettonate dai ladri. Nel 2012 erano riusciti ad entrare addirittura prima dell’avvio della stagione scolastica.

«Nelle mie scuole di Sant’Angelo e Tavazzano, 15 plessi in tutto - commenta il preside Antonio Posata -la situazione è variegata. Qualche scuola ha l’allarme, altre no. Al primo piano si potrebbero mettere almeno le inferriate».

«Il recente furto verificatosi alle Pascoli - commenta dal canto suo il sindaco Simone Uggetti - è un episodio increscioso. Ha colpito una realtà che rappresenta un servizio pubblico, in un settore cruciale come quello dell’istruzione e a danno della qualità dell’attività didattica dei piccoli alunni. Registriamo il suggerimento della direzione dell’istituto di valutare l’eventualità di installare un impianto di allarme, cosa che prenderemo senz’altro in considerazione nell’ambito di una riflessione complessiva sulla protezione degli edifici scolastici della città (sono ben 26 quelli di competenza comunale) da intrusioni per furti o vandalismi; ci riproponiamo di dedicare a questo argomento un incontro con i responsabili dei plessi che programmeremo per l’immediato futuro».

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