Fanfulla, le candele per allenarsi

Bloccati i contatori alla palestra di via Giovanni XXIII.

Scoppia la protesta della storica società sportiva. Il presidente Carabelli: «Pronti ad avviare azioni legali»

Ginnastica a lume di candela o solo con delle torce. Non è la nuova moda per il fitness lodigiano, ma sono le difficili condizioni in cui versa la ginnastica Fanfulla. Ieri gli atleti hanno compiuto esercizi in una palestra buia. Nei locali di via Giovanni XXIII è stato infatti bloccato il contatore ed è stata tolta l’acqua. «Ci hanno tagliato tutto, senza nemmeno avvisarci. Siamo un’associazione storica con circa 400 iscritti – spiega il presidente Giancarlo Carabelli –. Avevamo un accordo con la Provincia, che ci aveva garantito sostegno per poter stare in questi locali, ora invece ci vogliono buttare fuori, vanificando anche i lavori che abbiamo fatto in questi anni sullo stabile. Adesso chiederemo tutti i danni».

La vicenda della palestra di San Fereolo è piuttosto complessa e risale agli inizi del 2000. L’immobile è di proprietà dell’Azienda ospedaliera. In passato era stato dato in comodato a palazzo San Cristoforo. «La Provincia di Lodi nel 2002 ci aveva concesso quegli spazi. E noi avevamo fatto importanti lavori di riqualificazione: sistemato gli impianti esistenti, allargato i locali di 60 metri quadrati e creato un soppalco di 90 metri quadrati – aggiunge Carabelli – la spesa era stata di circa 250mila euro, di cui 120mila euro di finanziamento regionale, che stiamo restituendo. Abbiamo pagato solo le prime sette rate. E ora ci vogliono cacciare fuori». Le pratiche avevano cominciato ad aggrovigliarsi a fine 2011. «La Provincia ci aveva detto che, nonostante gli accordi di convenzione (nove anni più altri nove), c’erano dei problemi nel rinnovo di quella sede – aggiunge Carabelli – abbiamo quindi percorso tutti gli uffici a San Cristoforo. E sia l’ex presidente Pietro Foroni, che l’ex vice Claudio Pedrazzini, si erano impegnati a trovare una soluzione. Che non è mai arrivata. Fino all’epilogo dell’altro ieri, con la scoperta che non avevano né luce né acqua. Il riscaldamento ci era già stato tolto precedentemente. Ora siamo pronti ad un’azione legale contro la Provincia e, se possibile, contro l’Azienda ospedaliera».

Intanto dall’Azienda ospedaliera hanno spiegato il perché del taglio delle utenze. «Abbiamo chiesto alla Provincia di liberare quell’immobile perché l’ospedale ha bisogno di spazi per spostare lì delle attività riabilitative – spiega il responsabile dell’ufficio tecnico dell’Azienda ospedaliera Maurizio Bracchi –. Nello stesso tempo abbiamo anche chiesto a San Cristoforo di rimborsare le spese da noi sostenute, perché la Provincia non ha mai pagato nulla per gas e luce. La scorsa settimana abbiamo anche comunicato, sempre alla Provincia, che ci sarebbe stata un’interruzione delle utenze». Per San Cristoforo è intervenuto il commissario Cristiano Devecchi: «Cercheremo di capire con i tecnici quanto è successo. Tutto dipende da una convenzione del passato, costruita male. Ora cercheremo di risolvere i problemi, tutelando gli atleti, e provando ad evitare una vertenza legale».

Matteo Brunello

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