Una colata di cemento che si allunga sui campi del Lodigiano per oltre 152mila metri quadrati. Solo per il 2009, perché in passato la cavalcata dell’edilizia era molto più agguerrita, basti pensare che nel 2005 i metri quadrati di capannoni e case correvano al galoppo per più di 560mila metri quadrati.
La crisi, però, è solo una delle spiegazioni, negli ultimi due anni il mondo delle costruzioni ha dovuto fare i conti con un vero e proprio tracollo, un contraccolpo arrivato dopo gli “anni d’oro” del mercato e dell’espansione delle banche. Per cercare di capire che cosa è successo dal 2005 al 2009 è utile sbirciare nei dossier realizzati dall’Istat, che analizzano nel dettaglio tutti i permessi per costruire concessi in provincia.
La distanza tra i numeri in gioco è impressionante. Per quanto riguarda il settore dell’edilizia residenziale, negli ultimi cinque anni i permessi per costruire sono diminuiti in continuazione, e con loro la superficie occupata dagli immobili. Il 2005 è sicuramente il periodo più nero dal punto di vista della cementificazione, si contano infatti 2.168 case per un totale di 148.956 metri quadrati di superficie abitabile e 331 fabbricati per un totale di 260.394 metri quadrati, a cui si aggiungono gli ampliamenti degli immobili esistenti, pari a 13.885 metri quadrati.
La discesa è stata costante nel corso del 2006, del 2007 e del 2008, per arrivare poi al bilancio del 2009: 521 abitazioni per più di 38mila metri quadrati di superficie abitabile e 97 fabbricati residenziali per circa 66mila metri quadrati; ridotta l’estensione degli ampliamenti, pari a 5.400 metri quadrati. Secondo le informazioni più recenti, riferite quindi a due anni fa, la tipologia più diffusa in provincia corrisponde all’appartamento compreso tra 46 e 75 metri quadrati, oppure tra 76 e 95 metri quadrati.
All’elenco si devono aggiungere i permessi rilasciati al mondo produttivo per la realizzazione di capannoni o strutture dedicate ad attività di diverso tipo. Nel 2009 sotto questa voce si contavano 40 “via libera”, destinati a occupare più di 36mila metri quadrati di terreno: 13.423 metri quadrati per l’agricoltura con 22 fabbricati, 16.759 metri quadrati per l’industria e l’artigianato con 8 fabbricati, 4.840 metri quadrati per il commercio e il turismo con 6 edifici e quasi duemila metri quadrati per altre tipologie.
Anche in questo caso la fotografia della realtà economica lodigiana, scattata attraverso l’edilizia, rappresenta una realtà molto meno dinamica rispetto al passato. Una pesante eredità lasciata dalla crisi, ma anche una sorta di reazione agli “anni di gloria” delle costruzioni, legati a doppio filo alle grandi operazioni bancarie. Nel 2005 i permessi per la realizzazione di capannoni erano il doppio rispetto a quelli del 2009, 80 in tutto per una superficie che toccava la bellezza di 118mila metri quadrati, più 21.900 metri quadrati relativi agli ampliamenti. Nel frattempo anche le istituzioni hanno iniziato a parlare pubblicamente di “consumo di suolo” e della necessità di frenare l’assalto del cemento.
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