Edilizia, settore al collasso

Per salvare il gigante che da troppi anni si trascina stanco (anzi, quasi immobile), i protagonisti del mondo dell’edilizia chiedono un confronto serio a 360 gradi. Con proposte reali, però, all’insegna dell’innovazione e di un sviluppo “sostenibile”, ovvero capace di non devastare il paesaggio. È questo il messaggio emerso ieri mattina dai professionisti del settore, che si sono dati appuntamento presso la Camera di commercio per gli “stati generali”.

Dal convegno sono emersi numeri di grande interesse: negli utlimi anni si è costruito molto più del dovuto, addirittura duemila alloggi negli ultimi anni, quattromila sono quelli invenduti, mentre muratori e manovali occupati nei cantieri edili del Lodigiano dal 2008 a oggi sono diminuti da 2000 a trecento.

A fare gli onori di casa il presidente dell’ente di via Haussmann, Alessandro Zucchetti, il quale sottolinea come gran parte dell’economia lodigiana ruoti attorno all’edilizia, un comparto che anche nel 2011 ha subito un brusco calo del numero di imprese: «Come l’anno scorso - afferma -, anche per il 2012 abbiamo intenzione di intervenire a sostegno delle aziende, spesso in difficoltà nell’accedere al credito. Sappiamo che è solo un aiuto e non qualcosa di risolutivo ma ci impegneremo per questa partita».

Durante l’incontro è stato presentato da Lorenzo Bellicini l’innovativo rapporto Cresme, realizzato con Assimpredil Ance, uno studio che colma l’assenza di dati precisi sull’andamento del settore, evidenziata nel suo intervento anche da Ernesto De Fabiani dell’associazione costruttori. Il dibattito è stato moderato dal direttore del «Cittadino» Ferruccio Pallavera, il quale ha messo sul piatto una serie di riflessioni, dalla “cementificazione selvaggia” che ha colpito anche la provincia di Lodi alle ricadute di eventi come l’Expo, la realizzazione della Tem e la nascita di una città universitaria.

Se il presidente di Assolodi Alessandro Baggi ha ribadito che le aziende si trovano alla canna del gas, è toccato ad Adriana Boaretto di Confartigianato fare il punto della situazione: «Il settore deve tornare a essere una priorità del governo e dell’agenda politica - dichiara -, le misure messe in campi fino a questo momento non incidono sulla crescita». Tra i problemi elencati dalla Boaretto ci sono i ritardi nei pagamenti, l’accesso al credito, la necessità di incentivi adeguati.

Anche gli architetti hanno rivendicato il loro ruolo, la presidente dell’ordine Laura Boriani precisa che lo sviluppo non può coincidere con la cementificazione e che ci sono esperienze di comuni “a consumo zero” che possono essere considerati un esempio da seguire. Allo stesso modo gli ingegneri invitano a un confronto aperto tra attori, il presidente dell’ordine Luigi Ronsivalle ricorda l’incredibile numero di pignoramenti registrato nel 2011: 705 contro i 641 del 2010 e i 489 del 2009.

Da Marco Moreschi, direttore generale della Centropadana, è arrivato l’invito affinché gli istituti di credito «ritornino a fare la banca nel modo classico», dopo aver vissuto gli ultimi anni al di sopra delle proprie possibilità, proprio come è accaduto alle famiglie. «L’edilizia ha bisogno del sistema bancario tanto quanto le banche hanno bisogno dell’edilizia - sostiene -. Anche questo ha naturalmente un costo, stiamo tenendo duro ma ci sono piani di ammortamento, morosità e altri fattori che drenano liquidità. È la liquidità che manca, non certo la volontà di sostenere gli imprenditori».

Nicola Sverzellati di Assimpredil Ance ritiene che chi saprà innovare e diversificare il proprio lavoro riuscirà a sopravvivere, senza dimenticare, come sottolineato da Fabio Vitali della Fiaip, la federazione degli agenti immobiliari, la qualità degli immobili, fondamentale per l’incontro da domanda e offerta.

Alle prese con il rigido patto di stabilità, con i piani di governo del territorio e con le richieste, spesso “pressanti” dei comuni. Agli “stati generali” dell’edilizia erano presenti anche i rappresentanti delle istituzioni, Comune e Provincia di Lodi, i quali hanno sottolineato quali sono i problemi all’ordine del giorno.

A proposito del delicato tema del consumo di suolo, l’assessore all’urbanistica di palazzo San Cristoforo rileva che rispetto al passato, «qualcosa è cambiato», lo si nota dai piani di governo del territorio dei 61 comuni, dove tra un documento e l’altro si scopre che in alcuni casi la sensibilità verso il verde è aumentata. «Spesso c’è troppa speculazione - dice la Capezzera -, ci sono amministrazioni che si inventano la necessità di edificare. Si è fatta molta confusione, a parole si dicono tante belle cose e poi ci si ritrova con il territorio devastato. Il business con cui dovremo confrontarci al più presto è quello del fotovoltaico, oltre alla questione delle aree dismesse, in costante crescita. Come giunta cerchiamo di essere lungimiranti, immaginandoci come sarà il Lodigiano tra dieci anni».

L’assessore alle attività produttive di palazzo Broletto, Simone Uggetti, invoca però una precisa legislazione a livello nazionale in grado di regolare tutto il sistema, dal momento che le amministrazioni devono fare i salti mortali per far quadrare i bilanci, i cui introiti arrivano da capitoli importanti come la vecchia Ici (oggi sostituita dall’Imu) e dagli oneri di urbanizzazione. «Per quanto riguarda il patto di stabilità - precisa -, siamo felici di dare un contributo allo Stato, ma questa regola non ha senso, perché non facciamo altro che posticipare i pagamenti senza produrre nemmeno un effetto positivo». Uggetti guarda a un modello di sviluppo edilizio “verticale”, oltre che eco-compatibile, senza farsi troppe illusioni sulla “decrescita”: «Il rischio è che sia penalizzante per chi ha meno opportunità di accesso ai beni».

Il presidente della Provincia, Pietro Foroni, ricorda che senza la presenza di un ente intermedio «ci sarebbe una totale anarchia, perché quello che serve è una programmazione seria». In cantiere c’è un protocollo per la legalità, ideato per garantire la trasparenza sugli appalti.

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