Caos profughi, tutti contro Roma

Emergenza profughi: manca organizzazione e al Lodigiano viene chiesto più di quanto stanno facendo altre province più grandi. L’arrivo improvviso, ieri, di venti stranieri in quattro comuni lodigiani mette d’accordo Guerini (sindaco di Lodi del Pd) e Foroni (presidente leghista della provincia), che sparano a zero sul modo in cui la situazione è stata gestita. Critiche sulla disorganizzazione, sui trattamenti diversi riservati ai vari territori e sul mancato rispetto del patto siglato a inizio aprile tra Stato ed enti locali arrivano da Lorenzo Guerini, anche in veste di delegato dell'Anci, l’associazione nazionale dei comuni. Gli strali di Pietro Foroni prendono invece di mira la prefettura di Milano, colpevole secondo il presidente della provincia di aver penalizzato il Lodigiano rispetto alle altre province lombarde. La competenza organizzativa sul territorio regionale è infatti del prefetto di Milano e a lui sono indirizzate le parole di Foroni: «Il Lodigiano non può fare la parte anche di altri territori lombardi! Non siamo la riserva di nessuno!» sbotta il numero uno di Palazzo San Cristoforo. E a dar man forte alla “rivolta” degli enti locali arriva anche l’assessore regionale alla Protezione civile Romano La Russa, che dice di «comprendere e condividere le perplessità dei sindaci» per le comunicazioni effettuate solo nelle ore immediatamente precedenti l’arrivo degli immigrati sui loro territori di competenza.

«Non ci si allontani dagli accordi tra Stato ed enti Locali di inizio aprile - è l’appello di Guerini -, altrimenti quando aumenteranno i profughi sul territorio, il sistema di accoglienza e solidarietà che anche la Lombardia è pronta a mettere in campo andrà in tilt». L’accordo prevede la consultazione degli enti locali e un ruolo centrale per la Protezione civile nella dislocazione degli arrivi su scala provinciale, a seconda delle possibilità dei territori. Ma questo, secondo l’associazione dei comuni, non è stato fatto. Il problema è economico - attualmente i profughi sono in hotel a spese dello Stato, ma poi rischiano di rimanere in carico ai comuni - ma non soltanto. La permanenza dei profughi sul territorio non comporta solo il loro sostentamento, ma anche la «necessità di programmi di accoglienza e di integrazione seri», con il coinvolgimento delle associazioni del territorio, inoltre i comuni hanno già chiesto che vengano riattivati gli Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Per garantire una maggiore organizzazione una ruolo importante potrebbe giocarlo la regione e l’Anci lombardia ha spedito una lettera al Pirellone chiedendo una cabina di regia.

Foroni si scaglia anche contro la decisione di mandare gli stranieri in albergo, una decisione che secondo il politico leghista suona come «uno schiaffo ai tanti lodigiani che non riescono a pagare muti o le rate di affitto». L’utilizzo delle risorse economiche non può che essere in primo piano: «In una logica di miglior organizzazione, non si poteva fare meglio?» chiede il presidente della provincia di Lodi.

Il sindaco di Lodi, a nome dell’associazione nazionale dei comuni, lamenta il mancato rispetto del patto siglato a inizio aprile tra Stato ed enti locali e anche l’assessore regionale alla Protezione civile Romano La Russa dice di «comprendere e condividere le perplessità dei sindaci»

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