25 aprile, viaggio negli iper aperti

Ore 11: ipermercati aperti, parcheggi pieni di macchine e il viavai dei lodigiani con le borse della spesa o il carrello pieno. Anche il 25 aprile, giorno della festa di Liberazione. La maggior parte dei clienti intervistati, però, si schiera dalla parte dei lavoratori, nonostante tutti ammettano che i centri commerciali “in servizio” siano un’innegabile comodità, soprattutto per chi lavora. Ieri, con l’apertura straordinaria dei supermercati, un “esercito” di circa mille dipendenti si è messo regolarmente al lavoro.

Oggi, invece, in Provincia si terrà un vertice tra sindacati, grande distribuzione e associazioni di categoria: un confronto convocato dall’amministrazione Foroni per cercare un’intesa sui punti più controversi.

Se avesse potuto, Luigi Buzzetti non si sarebbe nemmeno presentato alla Bennet di San Martino. «Avrei dovuto evitare di venire - spiega -, ma avevo a disposizione la macchina a differenza degli altri giorni, così è stata quasi una scelta obbligata. Sono contrario a questa decisione, si poteva evitare, soprattutto per il primo maggio». In occasione della festa dei lavoratori, infatti, starà lontano da casse e scaffali anche se dovesse avere bisogno di qualcosa di importante. Anche la famiglia Bignami è convinta che i lavoratori abbiano diritto alla giornata di riposo, nella schiera dei parenti c’è anche una cassiera, per questo tutti sanno bene che cosa significa non avere tempo libero: «Non si può stare con i parenti e con i bambini», dicono mamma, papà e figlia, entrati nell’ipermercato per comprare ciò che manca di urgente in casa; all’esterno il parcheggio del Bennet di San Martino è pieno di auto.

Al Carrefour, di Lodi, Matteo è sensibile alle ragioni dei lavoratori: «Sarebbe meglio tenere i negozi chiusi, la gente si organizzerebbe comunque in altro modo, ci sono persone per cui è importante festeggiare questa ricorrenza». La famiglia Sordi ha approfittato dell’occasione per comprare del pane fresco, ma ritiene che non sia giusto tenere la saracinesca alzata: «Spesso la domenica, quando vediamo gli iper pieni di gente, ci arrabbiamo, ma possibile che non abbiano nient’altro da fare?».

Nonostante il disaccordo di molti consumatori, la maggior parte si arrende alla necessità: «Non è giusto dal punto di vista dei dipendenti, ma da quello dei clienti sì - dice Giorgio Cerri all’uscita de Il Gigante si San Grato -, oggi (ieri, ndr) è una giornata di festa ma mi dà comunque la possibilità di fare la spesa, altrimenti siamo costretti a fare sempre i salti mortali, specialmente se si lavora a Milano».

Alcuni lodigiani, però, non si pongono nemmeno il problema e nonostante le “scintille” tra sindacati e grande distribuzione tagliano corto: «È una polemica inesistente - sbotta un cliente, tutto trafelato -, se gli iper sono aperti ci andiamo, altrimenti stiamo a casa».

Aldo Pecoraro, al Carrefour, è convinto che l’apertura dei centri commerciali in realtà non danneggi nessuno: «Se una persone vuole lavorare, allora è giusto che lavori, in base al contratto ci sarà un aumento in busta paga oppure la possibilità di recuperare il giorno», commenta. «Nel mio caso, mi sono accorto che in casa mancava qualcosa e sono venuto a correre ai ripari».

Julia Mihelson spinge il carrello nel parcheggio della Bennet e non si fa problemi: «Sono abituata al mio paese, l’Estonia - racconta -, dove i supermercati sono sempre aperti, anche fino alle 23, non ci sono festività e si può andare a comprare sia sabato che domenica».

Una signora sistema accuratamente le borse prima di varcare l’ingresso del Gigante: «A me va bene così, con le aperture nei giorni estivi e gli orari prolungati, se la pensassi diversamente... oggi non sarei qui».

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