Roberto Riccardi il Don Wislow“ all’italiana”

Ecco un libro italiano che esce in sordina, ma nella collana Sabot/age della E/O curata da Massimo Carlotto; un libro che però non ha molto da invidiare a Don Winslow e al suo raccontare come stia cambiando il traffico di droga internazionale e come la criminalità organizzata si stia globalizzando. Racconto infatti a tinte forti e apparentemente molto romanzesco, ma leggendolo, nella precisione di certi particolari e davanti a quelle che potrebbero apparire belle invenzioni narrative, non si riesce mai a perdere un senso di realtà e verità, forse anche perché sappiamo che l’autore, 45enne colonnello dei carabinieri, tutto ciò lo ha conosciuto direttamente, non di terza mano, quando ha

comandato la Sezione antidroga del Nucleo investigativo di Roma e ha portato avanti indagini a livello internazionale. È allora che deve aver imparato come, in quel mondo,»niente sia come sembra», prima regola che viene spiegata ai volontari prescelti per missioni sotto copertura, undercover, da infiltrati in situazioni in cui la vita è costantemente in pericolo. Il nostro protagonista è Rocco Liguori, innamorato della sua superiore Vera Morandi, braccio destro di Nicola Clemente, una leggenda come investigatore, chiamato il regista, che un giorno, sotto copertura, sparirà durante una missione in sudamerica.In questa commistione di vita e sentimenti privati (che rivelano anche un legame tra Rocco e Nino, una delle figure emergenti della ‘ndragheta) e un’indagine in cui i colpi di scena, le false piste, le ambiguità e i doppi giochi sono continui, è la forza di questo romanzo che riesce ad avere qualche nota di umanità che lo rende più coinvolgente. Non a caso una delle invenzioni più belle è l’amore della bella Rosario, figlia di Carlos Romero, boss colombiano produttore di coca, per Rocco, cui, senza sapere che sta facendo il doppio gioco, propone di tradire tutti e fuggire, pagando caro questo suo sogno. E così abbiamo già raccontato troppo, mentre dobbiamo lasciare al lettore la scoperta di quel che imprevedibilmente va accadendo.Certo è che nessuno sta al sicuro in quel giro, anche se fa una vita extralusso finche riesce a campare, perché è un mondo di cupidigia, corruzione estrema e violenza, oltre che costruito su alleanze apparentemente improbabili, tra narcos, militari messicani, ‘ndragheta calabrese e quelli che paiono uomini d’affari, ma sono ingranaggi preziosi dei vari gruppi, perché lavare il denaro è ormai la cosa più importante e difficile. E lo spiega bene Nino a Rocco in una pagina che ci fa capire come e perché lievitano i costi della droga, qui trattata non a grammi o etti, come generalmente siamo abituati a leggere sui giornali, ma a quintali e tonnellate. Undercover gira infatti attorno a un carico di 7 tonnellate di coca che deve arrivare sulle coste italiane. Riccardi arricchisce il racconto con notazioni e riflessioni sulla vita delle cosche, su mafia italiana e straniera, sui meccanismi di certe operazioni, che sono interessanti per il lettore e gli arrivano con assoluta naturalezza, senza apparire inserti didascalici. È così che questo romanzo diventa qualcos’altro, ha una sua importanza, quasi come un’inchiesta giornalistica.

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Roberto Riccardi, Undecover, Edizioni E/O, Roma 2012, pp. 220, 16 euro

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