Nel “ buio accecante” di Samuel Beckett

La scia del successo che sta ottenendo la monografia bowiana di Pippo Delbono sembra illuminare ancor più la distanza ravvicinata con cui è uscito – sempre nei Sorbonne della fiorentina editrice Clichy – Samuel Beckett. Nel buio di un teatro accecante. A introdurlo e a curarne la selezione delle “parole e immagini” è nientemeno che l’attore e regista d’origine calabrese Giancarlo Cauteruccio, fondatore della Compagnia Teatrale Krypton di stanza a Rifredi, con la quale ha allestito alcune delle messe in scene beckettiane più belle degli ultimi trent’anni. Tra queste non si fatica a contare anche un Finale di partita strepitosamente funambolico recitato in dialetto calabrese. Tutto il libro è un continuo dialogo che dura oltre la lettura delle sue pagine. La riflessione di Cauteruccio riguarda tutti gli aspetti dell’opera di Beckett, anche se il gioco dei rimandi tra le sue regie e il teatro dello scrittore irlandese è discriminante e urgente per come si snoda attraverso il felice tentativo di unire la teoria a spicchi di autobiografia.

Giancarlo Cauteruccio (a cura di) Samuel Beckett. Nel buio di un teatro...Edizioni Clichy, Firenze 2016, pp. 144, 7.90 euro

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