Mura alla “Dickens” nel riscatto di Sonia

La scrittura come terapia. ma anche come testimonianza di coraggio e passione per la vita che una persona nata e cresciuta nel disagio è capace di conservare come un dono, che le permetterà di sopravvivere, anzi di vivere, una vita piena e feconda al di là delle sofferenze.È questo il senso del nuovo libro di Vittoria Mura, Il Riscatto, che facendo seguito a Verso la libertà continua il racconto delle esperienze della protagonista Sonia, personaggio autobiografico, trovatella cresciuta in un istituto simile a quelli descritti da Charles Dickens. Sonia riuscirà, sia pure a prezzo di enormi sofferenze interiori, a crearsi una famiglia e perfino a perdonare i genitori che l’avevano abbandonata e i cosiddetti “educatori” che l’avevano umiliata e offesa. Il romanzo si raccomanda anche per la rappresentazione della Sardegna del secondo dopoguerra, con la mentalità patriarcale e il senso arcaico dell’onore femminile che la connotavano, fino alle strutture assistenziali sorte certo da generose motivazioni, ma rette con metodi educativi autoritari, repressivi e controproducenti.

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