L’ultimo Mankell, un inno per la vita

Ecco un Mankell che non ci aspettavamo. Prima della scomparsa, il “papà” del commissario Wallander abbandona il giallo per un viaggio introspettivo alla ricerca di se stesso e della stabilità. Dopo la diagnosi della terribile malattia che lo ha colpito (e che lo avrebbe poi portato alla morte nello scorso ottobre), lo scrittore svedese trova la forza per reagire analizzando la propria esperienza personale nella lotta contro il male. Ci troviamo di fronte a un lungo viaggio in cui l’autore riflette sulle più importanti questioni politiche dei nostri giorni e sulle loro implicazioni per il prossimo futuro, analizza l’importanza delle arti, in particolare la letteratura, l’arte e la musica, nei momenti di crisi più profonda per cercare di uscire dall’angolo in cui la sorte ci ha rinchiuso. Un messaggio di speranza forte, che cerca di dimostrare come le sabbie mobili non esistano e che la vita, nonostante tutte le avversità,meriti di essere vissuta sino in fondo basta solo sapere lottare e cercare di non perdere mai la speranza. Un inno alla vita che analizza paure e speranze dei nostri giorni.

Henning MankellSabbie mobili. L’arte di sopravvivereMarsilio Editore, Venezia 2015, pp. 320, 18 euro

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