I “millenials” di oggi, ragazzi senza futuro

«In quaranta anni di lavoro psicoterapico con adolescenti in crisi e nei colloqui con i genitori mi è apparso sempre più evidente che a preoccuparli è il futuro»: è tranchant Gustavo Pietropolli Charmet, lo psicologo e psicoterapeuta che più di ogni altro, in Italia, si è dedicato allo studio e al sostegno delle nuove generazioni. In questo suo saggio, al solito chiaro e circostanziato, tratteggia l’identikit dei “millennials”, i giovani nati dopo il Duemila, presi tra mille incertezze, (poche) speranze, (tanta) passione per la tecnologia e per comunicare e (spesso) una famiglia in crisi. Non è un libro rinunciatario, quello di Charmet. È un saggio che indica ad educatori e genitori quale strada percorrere per dare ai nostri ragazzi un’iniezione di speranza e fiducia. Perché soltanto la capacità di sperare che esista un tempo futuro, magari migliore di questo , rappresenta per l’adolescente il requisito fondamentale per impegnarsi nelle sue tante attività: nella scuola, nel rapporto con i genitori, nello sport, negli hobby. La scuola, ma soprattutto la famiglia, sono importanti agenti educativi, nonostante la natura stessa dei teen-ager li spinga a rinnegarli. Liquidare come “ragazzate” certi comportamenti (bullismo, guerriglia urbana, proteste, furtarelli) non serve a molto: «A questi giovani sta morendo il futuro - avverte Charmet - e allora o protestano o tentano di rianimarlo e tenerlo in vita». Ciò che serve ai nostri giovani è un progetto di crescita, di cambiamento, di realizzazione di sé. Servono fiducia, passione e fantasia: siamo pronti ad aiutarli come meritano?

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GUSTAVO PIETROPOLLI CHARMET, Cosa farò da grande?, Laterza, Bari - Roma 2012, pp. 147, 15 euro

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