Si sentiva la mancanza di storie intense, squisitamente femminili, romantiche ma non sdolcinate, dopo l’ubriacatura estiva delle celebri Cinquanta sfumature di grigio che devono a un marketing efficace e non certo a una capacità di scrittura il loro successo editoriale. Sarah Jio, giornalista americana, ha appena pubblicato da noi Il diario di velluto cremisi, che è sì una intricata storia d’amore (anzi le storie d’amore sono tante, almeno quattro) ma è soprattutto retto da una originale architettura narrativa. Emily, scrittrice di New York appena divorziata, torna a Bianbridge Island, davanti a Seattle, dove passava le estati con la famiglia. Qui ritrova l’anziana zia Bee, alcuni amici di infanzia, un vecchio corteggiatore, un nuovo amore e soprattutto uno strano diario che racchiude segreti di famiglia che solo la sua ostinazione e l’affannosa ricerca di documenti e testimoni permetteranno di svelare. Emily impara a conoscere Esther, una donna vissuta tanti anni prima, di cui è l’aria dell’isola è ancora impregnata, e solo con lo scorrere delle pagine si capisce come le scelte di Esther, apparentemente morta in un incidente, avranno determinato la vita stessa di Emily. È un romanzo sul destino, ma anche sul valore terapeutico della scrittura: Emily ed Esther salvano loro stesse dall’abisso grazie a righe su carta o sul computer. Un esordio convincente.
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